Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

THE SHAKING SENSATIONS, Start Stop Worrying

Start Stop Worrying

Quando un genere raggiunge lo stato dell’arte e diventa codice, due sono le possibili strade da prendere: tentare di ricostruirlo dalle sue fondamenta oppure seguirne il corso, ben consci del rischio di risultare meri amanuensi dediti ad esercizi calligrafici. I danesi The Shaking Sensations “rischiano” e percorrono la seconda via, ma nel farlo mettono in gioco la propria personalità e puntano sull’intensità della scrittura, sulla padronanza dei propri strumenti e del linguaggio prescelto, nonché sulla determinazione nel dare il proprio contributo alla causa. Il risultato è pertanto un album dai forti rimandi ai soliti nomi illustri (Godspeed You! Black Emperor, Mogwai, Sigur Rós, Mono…), ma dotato di una forza immaginifica e di un afflato poetico che ne fanno perdonare la mancanza di una reale spinta innovativa e permettono di arrivare fino in fondo senza eccessivi cali di tensione o sbadigli. Solito gioco di crescendo e minimalismo, dilatazione e linee melodiche sognanti, stessi percorsi di cui si conosce già il punto di arrivo, eppure ciò non toglie una sua dignità e una buona riuscita alla nuova prova della formazione. Soprattutto, le molte sfumature e i tentativi di iniettare la propria passione all’interno degli altrui percorsi pagano in termini di fruibilità e riuscita soprattutto laddove (cfr. “Ravelin”) si decide di aumentare il tiro e si imprime una decisa svolta energica al crescendo finale. Ovviamente gli amanti del genere apprezzeranno, gli scettici e chi ne è ormai annoiato proseguiranno per la loro strada senza troppi indugi.

Tracklist 

01. Rocket Summer
02. We Ourselves Alone
03. Anchors
04. Gild The Lilly
05. Ravelin
06. Heavy Entity