THE LAY LLAMAS, Space Jungle Mantra
Ostro, il primo album ufficiale dei Lay Llamas, usciva un anno fa sulla britannica Rocket Recordings, e da allora il progetto di Nicola Giunta e Gioele Valenti ha saputo sollevare consensi qui come all’estero, di conseguenza un live presso la storica Roundhouse di Londra non può che inserirsi con naturalezza nel susseguirsi degli eventi. Proprio dalla registrazione di questo concerto (la band apriva ai compagni di etichetta Goat) è estratto Space Jungle Mantra, pubblicato a giugno dalla 4 Zero Records, sempre di Londra. Come già il titolo può forse indicare, siamo all’incirca sulle stesse (ideali) coordinate spazio-temporali dell’esordio sulla lunga distanza. Pensate a quel continuo oscillare tra esplorazione in chiave etnica e slanci cosmici – ma anche tra passato remoto e futuro “smarrito” – di Ostro: Space Jungle Mantra ricalca e, più che un viaggio a tappe, è una sorta di spirale allucinatoria in cui i brani dell’album in studio (non tutti s’intende, perché ci sono degli inediti) vengono abbondantemente dilatati allo scopo di enfatizzarne la natura psichedelica e trascinante. Del resto si tratta di un live, e quale miglior occasione, se non questa, per smarrirsi in una “Overtime/Beyond The Time And The Space”, che cresce piano per poi spiccare il volo, o in una “Archaic Revival” ultra-stratificata e ancor più insidiosa che su disco, dove l’incedere kraut diventa un vortice trance umidiccio e reiterato, eppure non privo delle necessarie divagazioni. E se “Spiritual Expedition / Something Wrong” procede sonnolenta e meditabonda, “We Are You”, con il suo lieve tocco madchester, si muove tra chitarre in ipnosi e basse frequenze sottese e invadenti al tempo stesso. In chiusura una traccia non-live che, nei suoi quasi venti minuti di lunghezza, funge un po’ da compendio dell’intera esibizione di quella sera, senza per questo mancare di una sua autonomia: si tratta di una sorta di rielaborazione firmata da Luca Giovanardi dei Julie’s Haircut, ed è come se un sogno allucinato fatto a posteriori rievocasse tutta la performance. Lavoro accattivante sin dai primi ascolti, ragion per cui sarebbe una buona mossa consigliarlo a chi i Lay Llamas non li ha mai ascoltati, e da qualche parte vorrebbe pur cominciare.