THE LAND OF THE SNOW, Paths Of Chaos [+ full album stream]
Abbiamo già incontrato altre volte lo svizzero Joel Gilardini, vorrei soprattutto ricordare la sua collaborazione pazzesca con Sshe Retina Stimulants, una delle uscite più lisergiche degli ultimi tempi. Chitarrista eclettico, qui indossa un abito diverso da quello molto destrutturato messo per Bandera, aiutato in sede di produzione dall’altro Sigillum S, Eraldo Bernocchi, e dal suo batterista negli Obake, Jacopo Pierazzuoli dei Morkobot, oltre che – per la parte visiva – da Petulia Mattioli, che è la compagna di Bernocchi ed è l’autrice di tanti eccellenti artwork del musicista milanese. Già così abbiamo una ragnatela esplicativa di influenze, che si espande con quella degli Ephel Duath, più precisamente col modo di suonare la chitarra di Davide Tiso (ascoltate le sue ultimissime cose, anche quelle che lo vedono nella band di Karyn Crisis). Scrivo “ragnatela” perché Tiso, prima di affrontare una serie di cambiamenti nella sua vita, ha lavorato con Bernocchi qualche anno fa.
Il quadro di riferimento, insomma, è chiaro: Joel dà vita a un album strumentale (abbastanza) lento, denso e scuro, molto coeso dal punto di vista del sound, che potrei definire un possibile sviluppo delle lezioni di Ephel Duath, Obake e Black Engine. Nonostante l’omogeneità di fondo, in Paths Of Chaos ci sono cambi di passo e frangenti più immediati da assimilare che fanno passare in un attimo questi quaranta minuti. Non credo ci siano problemi di originalità, non solo perché The Land Of The Snow cammina sulle sue gambe, ma anche perché là dove la redazione di The New Noise, che ha le sue fisse, vede un legame chiaro, il resto del mondo, alla luce delle difficoltà affrontate negli anni da Tiso, troppo poco commerciabile per far visita costantemente al grande pubblico, potrebbe credere di trovarsi di fronte a un nuovo territorio tutto da esplorare.
È curioso che Joel, come Davide, si muova praticamente da solo. Penso che un miglioramento possibile sarebbe avere una band locale e stabile al servizio delle sue idee (anche di quelle utilizzate negli altri dischi), perché oggi – se vuoi crescere e convincere – devi mettere il culo sul furgone e suonare di fronte alla gente.