THE DUTCH COURAGE, Collected Wreckages
I relitti evocati nel titolo sono come spettri che vagano persi, più che altro e sono quelli che “musicano” Stefano/My Dear Killer e Lorenzo Tubiana in questo progetto tornato a galla dopo anni di silenziosa apnea (in principio era il 1998). Lasciamo per un attimo le metafore e addentriamoci in quattro torrenziali composizioni che sono dolore puro, registrato in lo-fi spinto (il tutto è stato poi digitalizzato, e va aggiunto che questa è solo una selezione di quelle sessions). L’apertura è per la stordente “Silent Departures”, dove sembra quasi di vedere e sentire la nave che sta partendo per un viaggio senza ritorno, ma la mia preferita del lotto è la seconda traccia, solo perché è la più sfacciata e diretta, con quel giro di chitarra che lacrima letteralmente, e le tastiere che danno ancor più la sensazione di ascoltare fantasmi che suonano le loro tormentate nenie elettriche al buio della stiva. I modelli di riferimento sono, per capirci, le migliori band legate al post-rock dei Novanta, anche a livello iconografico (i nomi non li faccio, che tanto se avete un po’ di memoria li potete immaginare da voi), solo che The Dutch Courage aggiunge una patina di tristezza infinita che neanche i film di Béla Tarr sono capaci di sostanziare, ed i risultati sono interessanti quanto ad efficacia espressiva (la registrazione d’ambiente è sì precaria, ma proprio per questo ancor più capace di evocare la fragilità insita nei pezzi). Posso aggiungere che la terza composizione potrebbe venire interpretata come una lunga marcia funebre per qualcuno provocatoriamente votato a vivere in anteprima la propria dipartita. Insomma: qui ci si fa del “male” (non vi dico poi dell’ultima canzone). Fate però in fretta che il cd è in tiratura ultra limitata (solo 25 copie).