THE DEATHTRIP, Demon Solar Totem
Quando sei il capo della Peaceville puoi permetterti di portare avanti il tuo progetto black metal novantiano con l’aiuto di Kvhost alla voce, della mente dei Mork al basso e di un ex My Dying Bride alla batteria. Del resto è gente che ti deve qualcosa o più di qualcosa, ma – senza ruffianeria – non credo proprio che suoni con te per gratitudine, piuttosto perché alla chitarra sei proprio bravo a stare da qualche parte tra band che conosci benissimo come Mayhem, Darkthrone, Satyricon e altri nomi estremi norvegesi meno noti di cui ogni tanto si sente l’eco (non sono furti, è che il sound è quello e ha trent’anni). Del resto, Deep Drone Master del 2014 aveva Aldrahn alla voce (quindi sempre di Dodheimsgard parliamo) ed era stato mixato da Snorre dei Thorns, perciò sappiamo esattamente cosa accadrà al nostro stereo prima ancora di accenderlo. Bisogna solo aggiungere che qua c’è tutto quello di cui un disco black metal ha bisogno: velocità mortale (ma anche rallentamenti mortali), gelo, pazzia, un pizzico di sperimentazione. Non faccio finta di sapere da sempre cosa sia un demone solare, anche perché quando si va troppo sull’esoterico mi annoio e mi sento un po’ in imbarazzo per i musicisti, ma voglio vedere chi non canterà fortissimo proprio la title-track oppure “Abraxas Mirrors”, qualunque cosa in realtà simboleggino questi specchi.