THE COMET IS COMING, Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery

THE COMET IS COMING, Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery

Your Queen Is A Reptile, il terzo disco dei Sons Of Kemet guidati dal sassofonista Shabaka Hutchings, aveva dominato le più autorevoli classifiche del 2018: concept afro-avant-jazz dall’approccio punk, era un omaggio in nove capitoli alle donne di colore più influenti della Storia, le vere Regine, in fiera opposizione a una Corona inglese accusata di non aver mai rappresentato sul serio quella parte della popolazione composta da immigrati.

Il medesimo spirito barricadero si può diversamente ritrovare nel secondo album – stampato sempre da Impulse! – del trio The Comet Is Coming (il nome deriva da un vinile del BBC Radiophonic Workshop), nato a Londra nel 2013 e formato da Hutchings assieme a Dan Leavers dei Soccer96 (sintetizzatori) e a Max Hallett (batteria), che hanno mixato e prodotto il tutto. Non un semplice progetto parallelo, come si erano già accorti quanti avevano prestato ascolto all’esordio Channel The Spirits, pubblicato da The Leaf Label nel 2016 e nominato al Mercury Prize. Le coordinate: Sun Ra, Melt Yourself Down, Heliocentrics, Death Grips. Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery, adesso, propone l’arte e il potere dell’immaginazione come antidoti alla corruzione e all’oscurantismo dei governi.

Bisogna avere fede, insomma, nella forza vitale di un mistero profondo espresso attraverso brani strumentali che partono dalla terra per elevarsi verso l’alto, verso una sorta di pace interiore che potrebbe suonare di primo acchito come un messaggio new age sul significato dell’universo, ma che va invece più a fondo, alle radici del viaggio di per sé psichedelico – ovviamente, anche nel sound – che è l’esistenza umana, valorizzata in ogni tipo di “socialità” contraria all’individualismo imperante. Nel caso specifico, i musicisti hanno fatto “squadra” per tracce ottenute mescolando sperimentazione, jam session e stati di trance auto-indotti, registrate su nastro in un noto centro sociale di Stoke Newington che funge da catalizzatore per l’intera scena alt-jazz locale, in grado di scaraventare la tradizione nell’attualità o addirittura nel futuro. 

“Because The End Is Really The Beginning”, in apertura di scaletta, è come un prequel cosmico-orchestrale al nuovo film che verrà dopo l’implosione di un’era oscura, funestata da riscaldamento globale, intelligenze artificiali, ambiziosi viaggi su Marte e via discorrendo. È poi col dub-jazz di “Birth Of Creation”, sinuoso ed enigmatico, che si inizia un autentico percorso acceso dall’energia incontenibile di “Summon The Fire”, dai micidiali, magmatici assolo di sax che colano in una gioiosa festa collettiva. L’estesa “Blood Of The Past” è denuncia sociale che, tra groove grimey e tasti acidi, si avvale della voce di Kate Tempest, sì, la rapper/poetessa inglese esplosa grazie a “Let Them Eat Chaos” (in attesa di “The Book Of Traps And Lessons” annunciato per giugno), qui al servizio di parole a detta sua stessa sparate alle stelle, che richiamano in un colpo solo William Blake, Carl Sagan e Stephen Hawking. L’imperioso “Super Zodiac” vanta percussioni rock e passo electro-funk, sempre più incalzante. Agli antipodi, la rilassata spiritualità multi-etnica di “Unity”, sino al lieto fine di “The Universe Wakes Up”. 

La navicella dei tre, che per la missione speciale assumono i nomi in codice di King Shabaka, Danalogue e Betamax, è un proiettile fra gli astri che, da quaggiù, appare proprio come un’abbagliante luce in arrivo, a esaudire i nostri desideri. È inutile specificarlo: se Your Queen Is A Reptile si era imposto fra le migliori uscite dello scorso anno, Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery farà altrettanto in questo 2019.

Tracklist

01. Because The End Is Really The Beginning
02. Birth Of Creation
03. Summon The Fire
04. Blood Of The Past
05. Super Zodiac
06. Astral Flying
07. Timewave Zero
08. Unity
09. The Universe Wakes Up