THE BUG vs EARTH, Concrete Desert
I deserti possiedono una magia particolare, perché hanno esaurito tutti i loro futuri, e perciò sono liberi dal tempo.
(J.G. Ballard, La mostra delle atrocità, edizione del 1990 con annotazioni)
Kevin Martin e Dylan Carlson si incontrano di persona a Los Angeles a dicembre 2015, perché la Ninja Tune decide di festeggiare anche là il suo venticinquesimo compleanno e li chiama a suonare assieme a Liz Harris (Grouper). Così ne approfittano per entrare in studio e creare Concrete Desert, titolo che si riferisce a Los Angeles e che cita – come sospettavo – Ballard e il suo racconto lungo “Concrete Island”, dando un po’ il tono al disco (*). Leggo in giro che si tratta di una collaborazione inattesa, ma non si capisce perché due artisti che hanno determinato e previsto un’infinità di collegamenti tra generi diversi non possano trovarsi e realizzare un disco insieme, specie visto che entrambi sanno qualcosa sui suoni pesanti, lenti e sulle atmosfere lisergiche, quindi il “doom trasfigurato” dell’uno può trovare un incastro col “dub trasfigurato” dell’altro.
Sembra di sentire il sole che picchia in testa e molta sete per tutto il tempo, ma Concrete Desert offre molti altri spunti di riflessione e possiede tante sfumature, perché è un album allo stesso tempo spettrale e denso, rarefatto e potente. All’inizio sembra che Martin abbia portato dentro a The Bug gli Earth di Hex: la cosa tra l’altro funziona, ma è vera solo per parte delle tracce, perché Carlson, come si sa, è in grado di cambiare pelle e di adattarsi.
Quest’estate, quando sarete inchiodati in qualche coda in autostrada, provate a metterlo su: potreste quasi apprezzare lo scenario infernale intorno a voi.
(*) Per riprendere un vecchio discorso, Ballard vive. Grazie a quest’intervista fondamentale, ho realizzato che Martin appare sul serio in “Atrocity Exhibition”, nella versione con ulteriori annotazioni dello scrittore britannico (“C’è un gruppo pop inglese chiamato God. Di recente, mentre stavo firmando dei libri, il cantante e leader di questo gruppo si presentò e mi diede la sua cassetta. Ho sentito la voce di Dio”). Sempre in quest’intervista si parla anche di Kode9 (The Bug è anche sul catalogo Hyperdub), altro ballardiano di ferro.