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THE BRIDGE, Beyond The Margins

Il tenorsassofonista Rodrigo Amado ha riunito un quartetto che non perdona e nemmeno fa prigionieri, registrato in presa diretta a Varsavia nell’ottobre 2022 e puntualmente pubblicato dalla benemerita etichetta austriaca Trost. Una formazione dove si relazionano con palese fiducia reciproca le sinuose e intermittenti pulsazioni del leader, l’implacabile pianoforte del veterano Alexander von Schlippenbach, le corde in perenne fibrillazione del contrabbasso di Ingebrigt Håker Flaten e il drumming sottilmente scatenante attuato da Gerry Hemingway.

Nomi di peso dai percorsi non univoci, che si ritrovano a esercitare l’arte dell’improvvisazione quasi radicale nell’adeguata palestra espressa dalla title track, un monolite da quaranta minuti, un elastico sovradimensionato che viene tirato e poi rilasciato senza sosta, tra le asimmetrie monkiane procurate da Schlippenbach e gli interventi arrotondati e subito dopo spigolosi e abrasivi del sax di Amado.

Sono gli stessi protagonisti a segnalarci che il nome del gruppo è un preciso riferimento all’omonimo e celebre album di Sonny Rollins (e alla storia nascosta dietro: fu sul ponte newyorchese di Williamsburg che il tenorista suonò quindici ore al giorno nel corso della pausa da troppa fama che si era preso nel 1959). Un ancoraggio al passato per continuare a guardare avanti, come ribadisce con lucidità anche la rilettura al calor bianco di “Ghosts”, della quale Ayler avrebbe sicuramente detto bene.