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THE BLUES AGAINST YOUTH, As The Tide Gets High And Low

Il progetto in solitaria The Blues Against Youth arriva al sesto album con un lavoro che parla di viaggi e storie raccolte lungo la via, a cominciare dai molti amici incontrati sulla strada e pronti ad offrire un contributo ai racconti qui contenuti: Margherita Patrignani (voce), Guglielmo Nodari (contrabbasso e organo elettrico), Michele Bertoldi aka Meek Hokum (chitarra slide, sega e vibraslap), Joost Dijkema (basso) e Simone Pozzi (batteria e percussioni). Sembra quasi di vedere Gianni viaggiare su un treno merci che sferraglia tra i vasti panorami del Sud come un hobo con la sua chitarra e l’armonica in bocca, immagine stereotipata e forse un po’ banale, ma è davvero difficile non raffigurarsi un compagno di viaggio che sale e si fa un tratto al fianco del musicista, quasi che ogni brano sia la fotografia di ciò che si dicono e vedono tra stazione e stazione, in un percorso condiviso che ha come unico fil rouge proprio la voce e l’inconfondibile tocco del busker romano. Si direbbe il disco giusto al momento giusto, visto quanto i viaggi ci sono mancati durante gli ultimi due anni e, pertanto, ancora più godibile proprio perché ci ridona quella sensazione di uscire dalle quattro mura per incontrare persone, ascoltare storie, mischiare la nostra vita alle altre e costruire un panorama meno asfittico e claustrofobico. C’è anche molto altro in As The Tide Gets High And Low, perché come tiene a precisare il suo autore: questo album è dedicato a quegli sconosciuti, i poveri ragazzi lontani da casa, il cui spirito continua a vagare senza sosta nell’oblio. È quindi il racconto di ciò che il blues significa per The Blues Against Youth e dell’eredità di sofferenza e lotte che questa musica porta in sé, come se ogni bluesman avesse lasciato in eredità un pezzetto della sua vita e del suo dolore ad arricchire il bacino di questi suoni. Per questo, ancora una volta la musica della one man band suona viva e non stucchevole, racconto di storie vissute e non mera riproposizione di qualcosa imparata a tavolino, in breve perfetta per ricordarci cosa significava mettersi in cammino e buon auspicio per riprendere quanto prima a farlo, con i compagni di strada che di volta in volta incrociamo e la ricchezza che le loro storie ci regalano. Serve davvero aggiungere altro?