THE BIG SELF, The Second Chance

The Second Chance si rivela sin dal titolo. Un ritorno, quello di Paolo Messere, che nelle intenzioni dell’autore si distacca dalla rappresentazione del qui ed ora per testare, analizzare e rileggere ciò che abbiamo invece costruito. Lo fa con la verve scoperta nel disco omonimo, una veemenza che ha qualcosa del ribollire di umori ed organi umani, con arrangiamenti che scivolano su corpi e strumenti come gocce di sudore. L’unione fra la voce di Paolo, il groove circospetto che, partendo da languori anni Ottanta, si scalda brano dopo brano e gli arrangiamenti che mandano chitarre, tasti ed archi in orbita sono letteralmente da strike. The Second Chance è la dimostrazione di come la maturità possa essere un’arma intrigante, differente dall’urgenza giovanile, ma capace di sedurre, stringere e smuovere nel profondo. Con il debutto citavo Depeche Mode e Gallon Drunk come numi tutelari, qui non ci si è spostati ma in qualche modo sembra che Paolo sia riuscito a portare qualche spezia piccante in più sul vassoio, in una Sicilia infernale, quasi a ripercorrere le tracce di antichi riti e musicisti come Harold Angel dietro a Johnny Favorite nell’Angel Heart di Alan Parker (e quindi nel Falling Angel di William Hjortsberg). Da sempre il rock’n’roll è carne e sesso, ovvio che ogni sua declinazione, soprattutto quando il musicista opera da decenni, ne sveli una luce differente: The Second Chance sembra, sin dalla prima nota, luogo di perdizione e tormento. Ci sono flash di mostri sacri del rock, a tratti in “Remain As Memory Of The Soul” sembra quasi di sentire degli U2 ispirati, in un’ipotesi di suono che resiste da decenni ma si è affinato, senza finire svilito né passatista. La percezione è che Paolo si sia divertito parecchio a rientrare nel mondo reale, con un disco che lo rappresenta per quello che è: Un’autore in grado di trasformarsi e svelare le differenti parti delle quali è formato. La capacità di accompagnarsi ai sodali più corretti (in questo caso soltanto una voce femminile in “I Am Still A Great Man”, “Despite My Age And The Violence”, e Matteo Anelli per il tour) ed il gusto fanno di questo secondo disco un appuntamento da non perdere per chi voglia struggersi e strusciarsi ancora una volta sulle note, mentre gradi corporei ed alcolici vanno alzandosi.