TESTING VAULT, The Living, The Dead, The Sleepers And The Insomniacs
Ad un anno dalla collaborazione con Cult Of Terrorism e dopo la prova autoriale a proprio nome di La Cupa, tocca ancora all’alias Testing Vault definire un nuovo tassello nella discografia di Daniele Santagiuliana. A prescindere dalla firma adottata e dalla susseguente formulazione sonora, un’oscurità profonda infestata da presenze disturbanti rimane l’ambiente congeniale in cui si materializzano visioni di un inconscio profondamente inquieto.
The Living, The Dead, The Sleepers And The Insomniacs – scaturito dalla sinergia con Vasco Viviani della EEEE – aderisce pienamente a tale attitudine, riproponendo l’intersezione di ambient, post-industrial e noise alla base delle prove precedenti del progetto. L’idea da cui il lavoro muove è quella di costruire un notturno enigmatico attraverso il cut-up di campionamenti e un nutrito corpo di brandelli sonori da affidare all’immaginazione di chi si mette in ascolto. Se la definizione dell’atmosfera plumbea è perfetta in ognuna delle sette tracce, altrettanto non può dirsi per l’efficacia del tessuto narrativo: le modulazioni fin troppo stagnanti e prive di picchi della prima parte del disco – soprattutto in “Fingers Are The Teeth Of Limbs” – tendono a scivolare via senza produrre il necessario coinvolgimento. Le trame ruvide di “Prosthetics” e l’incedere irregolare di “Selecting A Ghost” iniziano poi a rivelare una struttura più immersiva che trova compiutezza nel sinistro lowercase di “Taxidermia”, ma è “Repeating The Falling Sequence” con le sue schegge rumorose affini agli scenari abrasivi del Vladislav Delay di Rakka, a segnare l’apice di un itinerario dal sapore cinematografico – non a caso la dedica a John Murphy – che avrebbe meritato ulteriore approfondimento.