Terraforma presenta Boredoms, 31/5/2016
Milano, Hangar Bicocca. Grazie a Michela Di Savino per le foto.
Il festival milanese si appresta a far partire la terza edizione, che si terrà a inizio luglio alle porte di Milano, a Villa Arconati, nei dintorni di Bollate. Nel frattempo lo staff ha messo su un evento del tutto speciale, pensato apposta per l’occasione, chiedendo ai giapponesi Boredoms di approntare una performance adatta a uno specifico spazio dell’Hangar Bicocca, cioè la navata a fianco a quella principale, dov’è ospitata ormai da qualche anno l’istallazione permanente dell’artista tedesco Anselm Kiefer. I suoi “Sette Palazzi Celesti”, all’apparenza pericolanti ed inquietanti, fanno da confine (in un certo senso) al palco. Tutt’intorno il pubblico può godersi il concerto, che inizia puntuale alle nove e mezza di sera. Sono in tre, più un paio di collaboratori ai computer ai lati del palco: Yoshimi e Yojiro Tatekawa alle percussioni e Yamatsuka Eye a “rumori”, scatola sonora, voce e percussioni pure lui. Incominciano riscaldandosi con tutta una serie di delicati tocchi ai metalli a loro disposizione, per poi intraprendere una lunga e unica session dove in pratica si sbizzarriscono in quella che solo momentaneamente pare “improvvisazione” vera e propria. In realtà seguono una specie di “spartito” da dove traggono tutte le linee guida utili per districarsi tra i suoni emessi dagli strumenti usati. Eye (sempre in forma, va detto) guida i suoi soci con fare da cerimoniere schizzato, ma è allo stesso tempo tremendamente lucido. Intanto Yoshimi lavora di fino alle percussioni, mentre con il dipanarsi della performance Tatekawa si impegna in una serie di soli di batteria piuttosto pirotecnici. La sensazione di estrema potenza del suono è certamente aumentata dagli spazi dell’Hangar, enormi e con una eco mostruosa (vi ricordo che fino agli anni Ottanta era una delle sedi della Pirelli). Il tutto è ben costruito e piuttosto fluido nel suo svolgimento, in effetti non si esce quasi mai da una sorta di piacevole sinfonia bruitista che può anche ricordare un’articolata esibizione di tipo “accademico”, ma tant’è: i Boredoms sono stati chiamati a re-interpretare la loro musica in funzione del luogo scelto, come dicevo, ed il risultato è certamente unico ed evocativo. C’è poco altro da aggiungere, in fondo, se non che questa serata rimane di certo un’interessante e prestigiosa introduzione al festival vero e proprio. ch al solo scorrere i nomi degli artisti che si esibiranno (date un’occhiata al programma) c’è da farci ben più di un pensiero.