TERRA TENEBROSA, The Purging
Se il debutto (The Tunnels) aveva spalancato la porta sul baratro della follia chiamata Terra Tenebrosa, con The Purging le cose si fanno ancora più malate e instabili, grazie a una scrittura varia e schizofrenica, ma non per questo meno oscura o catramosa, tanto densa da invischiare l’ascoltatore e fargli perdere l’orientamento. Tra slabbrature post-core, spirito iconoclasta black e layer di suoni manipolati e destrutturati che si sovrappongono a costituire una base per le scorrerie vocali (oggi più dinamiche e varie che nel primo lavoro), i Terra Tenebrosa spingono al limite le loro potenzialità e si dimostrano in grado di bilanciare caos e musica in maniera sorprendente. Così The Purging riesce a raggiungere anche l’obbiettivo di imprimersi in mente con le sue linee melodiche sghembe e le improvvise quanto ingannevoli concessioni alla forma canzone, rivelandosi un album, a suo modo, più sanguigno e diretto (se mai si possa usare questo termine parlando dei suoi autori). Se la connessione tra Terra Tenebrosa e Breach appariva più ardua da identificare nel primo lavoro, bisogna ammettere che qui aleggia il fantasma dei secondi, pur se soffocato all’interno di un insieme del tutto originale e attuale. Ciò che più colpisce è il modo in cui un progetto estremo e asfittico come questo abbia saputo evolversi senza perdere un briciolo d’intransigenza, con l’aggiunta di elementi che anziché allentare la tensione ne hanno aumentato la forza d’urto, senza che smetta di formarsi quella sensazione di morbosità imperante, da sempre tratto caratteristico della band. Esemplare in questo è la title-track, che riesce a far convivere le varie anime del disco e ne rappresenta la summa perfetta, con tutte le diverse parti che s’accartocciano le une sulle altre senza soluzione di continuità, in una vera orgia sonora di cui è impossibile trovare il bandolo, a meno di non perdersi nelle sue molteplici diramazioni. Convince proprio la capacità di mantenere sempre ben salda una visione d’insieme, pur nella molteplicità dei dettagli che ne costituiscono l’essenza e ne permeano ogni singola battuta, così da offrire all’ascoltatore le immagini di un’entità in continuo movimento e di cui si possono distinguere solo i confini, il contenitore ma non il contenuto. Un blob al cui interno si contorcono esseri striscianti e ribollono sostanze nauseabonde, in grado di infilarsi nelle pieghe del corpo e di appiccicarvisi senza fatica. Da mostro nell’armadio a predatore di prima grandezza in soli due dischi, non male davvero come risultato.
Tracklist
01. The Redeeming Teratoma
02. The Compression Chamber
03. Black Pearl in a Crystalline Shell
04. House of Flesh
05. The Nucleus Turbine
06. The Purging
07. Terra Tenebrosa
08. At The Foot of The Tree
09. Disintegration
10. The Reave