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TEMPLE OF BAAL, Mysterium

TEMPLE OF BAAL, Mysterium

Rappresentanti del black metal underground francese, i Temple Of Baal pubblicano il loro quinto album Mysterium e proseguono lungo la direzione intrapresa coi precedenti Lightslaying Rituals e Verses Of Fire, che vedevano il gruppo muoversi verso un black/death brutale e contraddistinto da una produzione nitida e potente. Tuttavia, a un ascolto attento, appare evidente che le origini true black non sono state rinnegate in modo assoluto, in quanto il suono permane molto oscuro e inquietante. Formatisi nel 1998, epoca di massima fioritura per il black metal sinfonico, i Temple Of Baal hanno invece preso tutti in contropiede puntando fin da subito sull’aggressività estrema e su di un feeling occulto e malsano. La determinazione ferrea della formazione transalpina a compiere un passo deciso verso l’evoluzione musicale emerge oggigiorno dalla proposta di canzoni di lunga durata e slegate da qualsiasi forma di linearità, il che potrebbe di fatto comprometterne efficacia e incisività. Nell’alternanza tra assoli ficcanti, riff sostenuti, tempi rallentati e registri vocali differenti (clean vocals e “recitati” compresi), i Temple Of Baal non soffrono di crisi creativa e ci consegnano composizioni molto intense e ambiziose, prive di fronzoli e di riempitivi inutili, anzi: violente ed estreme. La componente death tende ad affermarsi sempre più con il passare del tempo, ed è percettibile soprattutto nelle partiture dall’incedere solenne. L’inserimento in pianta stabile del nuovo chitarrista Saroth (The Order Of Apollyon, Valhöll e Cruxifiction) in luogo del defezionario Alastor, ha prodotto come conseguenza diretta l’innalzamento di un muro sonoro impenetrabile, che contraddistingue la maggior parte dei brani che compongono Mysterium. La malinconica “Lord Of Knowledge And Death”, posta in apertura di disco, è costruita su un registro sonoro molto rapido e intenso, con un break centrale atmosferico che precede il brutale colpo di grazia finale. I tempi non rallentano neppure nella lunga “Magna Gloria Tua “, caratterizzata da un rifferama spietato, prossimo in taluni frangenti allo speed metal. Rispetto all’orientamento stilistico di Verses Of Fire, se non confuso quantomeno alla ricerca di un identità più definita, il nuovo album appare più convincente, come risulta dalla stesura di pezzi tipo la furiosa “Holy Art Thou” (dalle reminiscenze Behemoth), “Black Redeeming Flame” (con linee vocali rauche che dispensano odio puro) e la feroce “Divine Scythe”, che vede la partecipazione dietro il microfono di Georges Balafas dei Decline Of The I. Se gli otto minuti della misteriosa e occult “Hosanna” costituiscono una vera e propria summa di metal estremo, con un chitarrismo furioso che si appoggia su di una ritmica rallentata e in grado di evocare una sensazione palpabile di profondità, una calma soltanto apparente è introdotta dall’interludio “Dictum Ignis”, che potrebbe fungere da sottofondo ideale a una messa nera e consente all’ascoltatore di riprendere fiato in vista delle violente accelerazioni poste nelle tracce conclusive dell’album. Mysterium si pone qualitativamente allo stesso livello del suo predecessore, rispetto al quale paga forse qualcosa in termini di resa sonora, ma ha dalla sua il merito di contenere una maggiore quantità di passaggi memorabili. L’attitudine ritualistica e quasi iniziatica dei Temple Of Baal non soltanto perdura, ma s’intensifica ulteriormente in virtù dell’accentuazione delle sfumature atmosferiche di ogni singola traccia e di un sentimento di disperazione che sublima l’estrema violenza della proposta musicale. A livello tematico il credo professato dal gruppo non è mai stato un mistero, ma qui viene sviluppato in modo eloquente. I concetti affrontati dal principale compositore Amduscias, prossimi al satanismo gnostico, illustrano lo sforzo personale di un uomo che sceglie di andare al di là delle apparenze per seguire i dettami del “Portatore di Luce”; in questo ambito Satana non è visto come un’entità malefica, né come quello descritto nella Bibbia, ma come una divinità che ha dato all’uomo la capacità di evolversi e tornare al suo stato divino originario.