TELEVISION PERSONALITIES, Beautiful Despair
È il 1976 e il diciassettenne Dan Treacy partecipa al suo primo concerto punk: non sappiamo chi sta sul palco quel giorno, ma ad ogni modo il giovane Dan va via dopo appena qualche pezzo, disturbato dalla violenza dello show. Ci piace pensare che questo episodio abbia conseguenze profonde sulla vicenda dei Television Personalities, il gruppo che Treacy contribuisce a formare e che nel tempo diventa la sua creatura, il suo progetto personale. Due anni più tardi la band sforna “Where’s Bill Grundy Now?”, ep che vende non poco e manda in solluchero John Peel: la hit “Part-Time Punks”, ivi contenuta, ironizza proprio sulla scena punk londinese e su quanti in quegli anni si atteggiano a pericolosi trasgressivi.
Vicini a Desperate Bicycles e Swell Maps, i Television Personalities rientrano assieme a queste formazioni in quello che viene definito post-punk proprio perché il loro peculiare modo di fare musica scavalca l’estetica punk e, per molti versi, ne diventa una parodia. Il gruppo di Treacy affonda le radici nelle strutture armoniche di band del passato come i Kinks, alle quali aggiunge una sottile componente psichedelica, precorrerendo i tempi con sonorità che già nei primi anni Ottanta si avvicinano al dream pop e allo shoegaze: i Television Personalities influenzeranno la scena C86 e getteranno le loro spore fino in zona Cool Britannia, specie dalle parti di quei magnifici irregolari che saranno i Pulp.
Treacy ha condotto in questi anni un’esistenza piuttosto travagliata: come il suo idolo Syd Barrett ha fatto perdere le proprie tracce per lunghi periodi, fra una detenzione per taccheggio e un’operazione al cervello, e tuttora pare non se la passi benone.
Beautiful Despair è frutto della collaborazione fra Treacy e Jowe Head, bassista degli Swell Maps che fra il 1990 e il 1991 ne ha curato la registrazione (su di un quattro piste) presso il suo appartamento: il lavoro è rimasto fino ai giorni nostri chiuso in un cassetto di Head e molti dei pezzi qui contenuti compaiono in forma sensibilmente diversa in Closer To God. In quest’ultimo disco, che esce nel 1992, la musica dei Television Personalities comincia a diventare in qualche maniera debitrice delle sonorità d’Oltreoceano, cosa ancora non riscontrabile nelle versioni primordiali delle tracce contenute in Beautiful Despair. A novembre 1991, infatti, i Television Personalities avevano aperto il concerto londinese dei Nirvana su esplicita richiesta di Kurt Cobain, loro grande estimatore, e dall’ascolto delle due varianti di “Goodnight Mr Spaceman” emerge chiaramente quanto il grunge abbia fatto breccia nell’economia dei pezzi: la linea ritmica tracciata dalla drum machine nella prima versione difficilmente avrebbe portato alla batteria della seconda se in mezzo non ci fossero stati determinati ascolti.
I pezzi contenuti in Beautiful Despair, pur nella loro naïveté – anzi proprio in virtù di questa – finiscono per funzionare meglio rispetto alle loro rielaborazioni successive, a confronto invecchiate assai peggio, e ci restituiscono un ritratto più fedele della verve compositiva di Treacy, rendendo piena giustizia al suo cantato esitante, a quella sensazione di down perenne che lo accompagna, ai coretti sghembi, a quel suo essere un adorabile perdente sulla scia dei molti altri che da sempre amiamo.