TEHO TEARDO – Concerto al buio, 23/3/2025
Firenze, Parc. Le foto sono di Giuseppe Flavio Pagano.
Non un concerto, bensì “Concerto al buio”: una performance di circa un’ora nell’oscurità, negli intenti “una passeggiata da fermi”, volendo distesi a terra. Distesi con tappetini e coperte come la maggior parte degli spettatori accorsi all’evento organizzato da Toscana Produzione Musica, per la rassegna Mixité, replicato a seguire in un secondo live set sempre sold out. Ci si rifà idealmente alle parole di Virginia Woolf per evocare un meeting fuori dal tempo: «Vogliamo dare un piccolo ricevimento al buio completo? Però ci dovrà essere qualche stanza illuminata per le persone noiose».
Via la noia, allora. Per un’amplificazione dei sensi nella scoperta del suono. Listen to the sounds. Come raccontato poco prima di far parlare esclusivamente le note, Teho Teardo ha ideato questo suo peculiare spettacolo partendo da registrazioni ambientali notturne, da lui effettuate nelle foreste al confine tra Italia, Austria e Slovenia, custodite come reperto prezioso e utilizzate come innesco per l’intuizione creativa. Sono proprio i field recordings naturalistici, tra fruscio di foglie, cinguettii e quant’altro, ad avvolgerci alle spalle, mentre davanti a noi il musicista e sound designer, esploratore per eccellenza, avvia la totalizzante esperienza scandendo un autentico ingresso extradimensionale con il rintocco di quattro campane.
Le composizioni elaborate e restituite all’audience con elettronica, computer, pad e synth, partendo dal suddetto habitat sonoro, variano da armonie emotivamente maestose a fulminee ritmiche filo-industrial, disseminando il trip a occhi chiusi di strani incontri immaginari, su tutti quello con la voce del compagno d’avventure Blixa Bargeld, dapprima una specie di orco buono del bosco e più avanti, da esperto del silenzio più sexy e del linguaggio, filosofico dissertatore della traducibilità/intraducibilità dello stesso silenzio e dell’amore quali mezzi universali.
In conclusione, si arriva a sorpresa in altri boschi, quelli di Twin Peaks, con un moderno omaggio, integrato di chitarra baritona, a David Lynch e al maestro Angelo Badalamenti, con la ripresa degli immortali temi principali generati da quest’ultimo per la serie televisiva. Per dirla con Il Gigante, “due piccioni con una fava”. Se non tutte le ciambelle riescono col buco, se noi guardiamo comunque sia la ciambella e non il buco, “Concerto al buio” riesce alla perfezione e, nel farlo, spalanca un portale sublime, di pace e mistero, da varcare senza remore, nel quale farsi risucchiare.