TACET TACET TACET, Embodiment

TACET TACET TACET, Embodiment

Abbiamo già incontrato i Tacet Tacet Tacet in occasione del Dong Occult Fest, un primo contatto che ha catturato la nostra attenzione e acceso la curiosità di approfondire la conoscenza con questa band decisamente particolare. Si tratta, infatti, di una realtà nata come progetto personale e, in divenire, allargata ad altri quattro membri tra musicisti e video-maker, il tutto all’insegna di un percorso in grado di collegare partiture ambient, richiami alla musique concrète e sconfinamenti nell’immaginario post-rock, senza negarsi una strizzata d’occhio alle atmosfere della occult-psychedelia e, soprattutto, caratterizzato dal profondo legame tra i suoni e le immagini create da Federico Pupeschi e Francesco Ceccarelli. Questa collaborazione si manifesta anche nel nuovo Embodiment, composto da sei tracce che vedono il loro completamento ideale nei filmati che le accompagnano. Vale la pena ribadire come il nome stesso della formazione si ricolleghi a un atto di eresia, cioè quella 4’33” con cui John Cage celebra il silenzio quale parte fondamentale della musica, tanto da decidere di dedicargli una composizione in cui i rumori di fondo si sostituiscono alle note che lasciano spazio appunto ai tre Tacet dello spartito. Anche in questo caso pause e silenzi hanno il loro valore portante, così come i rumori catturati e la manipolazione della musica, plasmata come materia dotata di una propria consistenza fisica, il tutto in un processo non certo inusitato eppure dotato di una personalità ben definita proprio perché esteso alle immagini e mai uguale a se stesso. Infatti, sin dai titoli che fanno riferimento ad altrettante parti del corpo umano, i brani disegnano un viaggio in cui ogni tappa ha una sua fisionomia ben caratterizzata, tanto da chiamare in causa di volta in volta linguaggi e influenze distinte. Il lavoro esce in tre differenti formati (cd, nastro + vhs, mini SDHC) per opera degli stessi Tacet Tacet Tacet e della Weird Tapes Rekords, a dimostrazione della cura riversata in questo interessante tentativo di costruire al di fuori delle solite traiettorie e con un approccio realmente interdisciplinare. Non mancano qualche angolo ancora da smussare e qualche momento meno incisivo, ma nel suo insieme Embodiment fa centro e si fa apprezzare proprio per la passione che ri-trasmette. Intrigante sembra il termine più appropriato.