TABOZZIVIL, Mind Fuel
Nati nel 2010 dal magma ribollente del collettivo TIE’ (Torino Impro Ensemble), i Tabozzivil rispondono ai nomi di Fabrizio Bozzi Fenu (chitarra elettrica, loops, oggetti) e Utku Tavil (batteria, elettronica). Il loro album, pubblicato dalla mai doma Setola di Maiale, è il risultato di un’attenta selezione di materiali registrati in studio durante chilometriche apnee a schema libero. Più che di vere e proprie composizioni parlerei quindi di movimenti, di instancabile pellegrinaggio attorno all’ossessione primaria: l’occhio del ciclone che tutto fagocita nel suo montaggio frammentario e serrato del reale. Evito una disamina track by track per non rovinarvi il gusto della scoperta, ma vi suggerisco tre officine di suono da cui, secondo mio modesto parere, gran parte delle direzioni inscenate in Mind Fuel traggono nutrimento: i Massacre di Killing Time (l’artificio compositivo che si sforma in un vortice puntellato e trattenuto ad hoc), The Vandermark 5 (devianze all’interno dei codici impro con spazio di manovra ampio per la linea aggraziata, di spirito edilizio) e infine Konk Pack (il riduzionismo degli Nmperign, Beefheart e l’improvvisazione più estatica portati a confondersi in un tutto di suono, al punto della non distinguibilità tra le parti. Tra l’altro: da recuperare assolutamente il loro album del 2001 su Grob, Warp Out).
Che dite, ce n’è abbastanza per incuriosirvi ad approfondire la vicenda Tabozzivil?