T-REX QUIET, T-Rex Quiet
Trio di recente costituzione, questo milanese (provengono dagli Al Doum And The Faryds). Il disco, autoprodotto, esce in vinile con tiratura di duecento copie, e sembra essere un lavoro dal taglio piuttosto “traditional”, perdonate la banalizzazione. Credo di affermarlo a ragion veduta, però, visto che nei credits ringraziano la musica di Brant Bjork (Kyuss) e fanno una cover di Neil Young, la strumentale “The Sultan”, che viene dritta da The Squires, la prima band del canadese (gli anni del pezzo in effetti si sentono tutti). Quindi ci siamo capiti: musica da “viaggio” sottilmente psichedelica (“Eden”), chitarrismo indolente (come lascia intendere la press sheet) e volutamente reiterato (“Trees Of The Desert” è la mia preferita), che media alla perfezione tra sonorità “Seventies” e quelle del suo periodo gemello per antonomasia, i Novanta, in un misto perfetto tra rock da Fm (“Puma” è foga QOTSA) e rimasugli “post”, ma non troppo. Fa strano, in tutta sincerità, ammettere che questi suoni esistano ancora, ma – al netto di certe considerazioni – devo dire che i pezzi si fanno ricordare, anche se va sottolineato che l’originalità sembra leggermente trascurata. Tant’è, i T-Rex Quiet non si curano troppo delle mode, anzi, ed intraprendono quella strada con cognizione di causa e solide basi. Magari potrebbero provare a sforzarsi di più, in particolare sulle melodie. Vedremo comunque se ci saranno sviluppi futuri.