SYNDONE, La Bella È La Bestia
Può il prog fare a meno dei concept?
Probabilmente no, anche a giudicare dal nuovo disco dei Syndone, che si ispira – rivisitandolo peraltro in chiave personale – al celebre racconto di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont.
Rispetto al ritorno sulle scene risalente a due anni or sono, la formazione si è snellita, passando a un trio simile a quello delle origini (primi anni ’90): accanto alle tastiere dello storico leader Nik Comoglio, ci sono le percussioni di Francesco Pinetti e la voce (o le voci, come vedremo) di Riccardo Ruggeri. Sono spariti quasi del tutto, rispetto al precedente Melapesante, i riferimenti alla tradizione “leggera” italiana, così da lasciar libero il terreno agli intarsi prettamente prog-rock dettati dalle tastiere di Comoglio, che in questo disco fanno tesoro anche di preziosi contributi esterni (da citare quantomeno il flauto di Ray Thomas dei Moody Blues e la splendida apertura di fiati presente nei primi due brani). Delicate e sofferte parti pianistiche si inframmezzano a splendide partiture orchestrali di grande impatto, garantendo la base ideale per le acrobazie vocali di Ruggeri, che si cimenta in un’impresa decisamente ambiziosa e complicata: modulare la voce per interpretare i cinque personaggi che animano il concept. Va detto che questa scelta particolare, seppur possa apparire forzata ed eccessiva, offre la possibilità a Ruggeri di esprimere un’abilità vocale davvero fuori dal comune, il che dà credibilità ad un progetto senz’altro rischioso.
In sostanza si tratta di un disco riuscito a pieno – più convincente e maturo del suo diretto predecessore – che sa unire con sapienza le grandi orchestrazioni proprie del progressive settantiano a un’anima raffinatamente jazz.
Tracklist
01. Introitus
02. Il fiele e il limite
03. Rosa recisa
04. Complice carnefice
05. Piano prog impromptu
06. Tu non sei qui
07. Orribile mia forma
08. Mercanti di gioia
09. Bestia!
10. Ora respira
11. La ruota della fortuna
12. Canto della rosa