SWALLOW THE SUN, Moonflowers
Moonflowers, ottava fatica in studio per i doomster finnici Swallow The Sun, vede la luce oggi su Century Media, quasi tre anni dopo il precedente full length. Le tematiche care a Juha Raivio, chitarrista-compositore e autore dei testi della band, sono più o meno le stesse sin dagli esordi: un profondo, lacerante senso di perdita, una natura al contempo ostile e fonte di ispirazione, una malinconia di fondo, qui espressa nelle sue mille sfumature, dalla solitudine come inevitabile condizione dell’essere umano alla stessa solitudine come scelta, ponderata, nel tentativo di evitare di essere feriti e ferire a propria volta. È tutto molto esplicito, scoperto, espresso in modo diretto, quasi naif, ma sempre con una poeticità notevole e un’autenticità quasi palpabile.
Moonflowers sembra diviso in due parti nettamente diverse: le prime quattro tracce, pur presentando qualche elemento nuovo, sono più simili al terreno già a lungo battuto dalla band, dove le ritmiche lente e l’alternarsi di un cantato in clean e in growl del sempre ottimo frontman Mikko Kotamäki riconfermano la validità e la qualità del marchio di fabbrica degli Swallow The Sun. “Moonflowers Bloom In Misery” apre le danze con una sorta di ninna-nanna dolceamara che si rivela poi nella sua maestosità: l’uso degli archi, dello scream e del growl e di una sezione ritmica potente crea un’alchimia che fa ben sperare per il resto. I due brani seguenti, “Enemy” e “Woven Into Sorrow”, sono stati pubblicati anticipatamente come singoli accompagnati da dei lyric video e ricordano un po’ gli esordi grazie a un suono pieno a suo modo epico, e a una certa ridondanza nei testi, che però non vedrei necessariamente come un punto a sfavore. La quarta traccia, “Keep Your Heart Safe From Me”, dà una chiara idea di quanto la band sia affezionata alla memoria di Peter Steele e ai suoi Type O Negative, pur rimanendo entro un’estetica death-doom metal. L’orecchiabilità delle linee vocali qui è il leitmotiv, e anche il cantato in clean di Kotamäki mostra dei netti miglioramenti e un maggior numero di sfumature, complice, probabilmente, l’aver detto addio alle sigarette da un paio d’anni… Nella seconda parte dell’album ho invece notato una tendenza alla sperimentazione, già presente in When A Shadow Is Forced Into The Light, imputabile in quel caso alla presenza dell’ormai ex tastierista della band, Jaani Peuhu. La quinta traccia, “All Hallows’ Grieve”, vede la partecipazione di Cammie Gilbert, talentuosa cantante degli Oceans Of Slumber. Gli Swallow The Sun hanno una lunga lista di brani con voce femminile nella loro quasi ventennale carriera, ma in questo caso sono decisamente usciti fuori dai loro schemi senza rinunciare alla consueta dose di malinconia: il pezzo risulta anch’esso molto orecchiabile, ma con un approccio “rock” che ne sottolinea le differenze rispetto ai precedenti duetti. La successiva “The Void” ha uno dei ritornelli più accattivanti mai sentiti: molto anni Ottanta e assolutamente impossibile da dimenticare, con un’attitudine pop che crea un contrasto strano ma piacevole nel contesto decisamente malinconico in cui si trova. Il testo evidenzia un senso di vuoto e di mancanza, la tragedia di essere vivi e una continua ricerca di conforto e catarsi, temi sì ricorrenti, ma esposti in modi sempre nuovi e creativi. “The Fight For Your Life” è probabilmente il brano più complesso di tutti. Anch’esso ricco di contrasti, vede l’alternarsi di parti in acustico e momenti decisamente più estremi. La metafora delle ali inchiodate alla terra potrebbe essere un rimando a “Stone Wings” del precedente album, ma anche al senso di impotenza di chi resta.
La conclusione di Moonflowers è affidata a “This House Has No Home”, un brano che rivela il lato black metal della band e la competenza tecnica del frontman anche in fatto di scream “acido”.
Posso dire con certezza che Moonflowers mi ha stupito: è un album con varie sfaccettature, dotato però di tanta coerenza: la band si è ancora una volta evoluta, ma senza mai perdere di vista la propria personalità, che si riassume in quelle tematiche malinconiche e struggenti che hanno fatto degli Swallow The Sun una delle realtà più rappresentative del death-doom metal degli ultimi vent’anni.
Tracklist
01. Moonflowers Bloom In Misery
02. Enemy
03. Woven Into Sorrow
04. Keep Your Heart Safe From Me
05. All Hallows’ Grieve
06. The Void
07. The Fight Of Your Life
08. This House Has No Home