SVART1, Ardat Lili
La prova del nove di Raimondo Gaviano si chiama Ardat Lili. In altre parole si tratta di capire fino a che punto sono state portate le conseguenze del suo flirtare un po’ con Muslimgauze, un po’ con Mz.412. Beat col kefiah o nuraghe in fiamme? Come in Satanische Helden, il filo conduttore torna ad essere quella della demonologia ancestrale, quindi si può protendere per la seconda delle due ipotesi. I tambureggiare ricorrenti s’affacciano non tanto sullo sfondo di una guerra civile, tutt’al più richiamano l’incedere funesto, ma guai a definirlo marziale (potrebbe tradire eventuali aspettative, in questo senso, l’apparizione di TSIDMZ in “Alu”), proprio dei sacrifici votivi. Pronosticabile, invece, l’esito di “Nergal” e “Clisma Bissau” se facciamo cadere l’occhio sui nomi degli intervenuti: Uncodified e L.C.B. Comunque, per avere più chiare le idee su dove siamo, dovremmo forse chiudere gli occhi e immaginarci l’apertura de “L’esorcista”, quando padre Merrin (presumibilmente l’ascoltatore), muovendosi tra delle rovine, si trova davanti la statua di Pazuzu stagliata innanzi al sole meridiano: una fascinazione esotica dal retrogusto sabbioso, e vale a tal proposito citare l’ultimo, auletico brano, che in fin dei conti si comporta alla stessa maniera di un breve outro, intitolato “Oni”. Di nuovo, come in Satanische Helden, Gaviano si affida alla forma succinta, sebbene sufficientemente variegata, e a uno stile, qua però sfortunatamente, ancora troppo rapsodico. Non è una musica malevola quanto le divinità che la ispirano, ma non è detto che sia per forza questa la chiave di lettura. Eppure almeno io non spiego altrimenti un risultato così paradossalmente apotropaico.
Tracklist
01. Abu Fihama
02. Al-Gaylani
03. Nergal (featuring Uncodified)
04. Ardat Lili
05. Ardatu
06. Ashakku Marsu
07. Lamashtu
08. Clisma Bissau (featuring L.C.B.)
09. Milcom
10. Mujina
11. Alu (featuring TSIDMZ)
12. Utukku
13. Oni