SUNLIGHT’S BANE, The Blackest Volume: Like All The Earth Was Buried
Il grind blackened dei Sunlight’s Bane colpisce duro e con grande stile e precisione. L’atmosfera gloomy e molto dark di questi pezzi proietta il gruppo in uno scenario apocalittico, sul quale regnano morte e distruzione. Praticamente uno spaccato di vizi, manie, egoismi, sotterfugi e scorrettezze dell’odierna società. Musicalmente il gruppo utilizza l’impalcatura del grind, innestandoci sopra elementi hardcore e black metal che garantiscono una grande varietà a ciò che suona. La rabbia e la brutalità più forsennate e maledette si esplicano perfettamente in tirate allucinanti, in cui il punto di non ritorno vien presto raggiunto e superato. I Sunlight’s Bane, però, per appesantire ulteriormente il tutto, utilizzano parti molto lente e oscure, in cui la voce raggiunge vette di puro isterismo. Vette di isterismo che poi sfociano in un cantato hardcore massiccio quando la velocità aumenta. Il riffing è preciso e studiato alla perfezione: il terrorismo sonoro prodotto raggiunge livelli da esaurimento nervoso. Sezione ritmica protagonista ai massimi livelli: basso distorto e una batteria molto punk nei suoni, i cui blastbeat sono uno dei punti focali della proposta musicale dei Sunlight’s Bane. La registrazione risulta molto curata e ben bilanciata. Il nichilismo e la crudezza dei Sunlight’s Bane è degnamente rappresentata da questo debutto, in cui l’aspetto politicizzato dell’hardcore/grind anni Novanta si fonde alla perfezione con la gelida e metodica esecuzione del black metal. Che l’oscurità possa abbracciarvi nella sua interezza…