SUNDAY MORNING, Let It Burn
Ho avuto modo di seguire i Sunday Morning dagli inizi fino al punto in cui sono arrivati oggi. Il gruppo romagnolo affonda le sue radici storiche negli anni Novanta, periodo in cui mi divertivo ad andare a sentirlo provare in uno scantinato di proprietà di Andrea (voce e fondatore della band cesenate)… all’epoca era punk rock veloce in salsa adolescenziale. Poi, come spesso accade, le carte in tavola si mischiano. Nel 2006 esce il primo lavoro Take These Flowers To Your Sister, dopo c’è uno scioglimento (nel 2007), infine il ritorno con “Instant Lovers”. In mezzo a tutto ciò ci sono stati cambi nella line up e il progetto solista di Andrea, con il cd Blu.
Ora, sotto l’egida di Bronson Recordings (che è una costola dei locali Bronson a Ravenna e Hana Bi di Marina di Ravenna) i Sunday Morning ritornano sulla scena coi dieci pezzi nuovi di zecca che compongono questo Let It Burn. Rispetto ai precedenti lavori, il loro suono ha subito un cambiamento: oggi sono meno elettrici e molto più dolci e introspettivi, il loro indie rock dal retrogusto Nineties si è spogliato dell’irruenza giovanile ed è diventato adulto. Gli anni passano per tutti, si fanno nuove esperienze, nascono figli, si va a convivere e questo la band lo sa benissimo. Non c’è più quell’urgenza che l’aveva caratterizzata in passato, quella voglia di premere un pochino di più sull’acceleratore. Ora è il tempo della calma e della riflessione. La voce di Andrea Cola è melodiosa e quasi eterea, soffusa e dolce, mentre ci narra le sue storie, i suoi progetti, la sua vita e il suo amore. Le linee di chitarra a opera di Luca Galassi (e dello stesso Cola) sono costruite in maniera ineccepibile e si fondono alla perfezione con quelle vocali. Il basso è pulsante, metodico e in grado di apportare quelle piccole correzioni al tiro, in un amalgama assolutamente bilanciato. Menzione particolare la riservo a Federico, che con la sua batteria detta i tempi e le modalità dell’esecuzione di questi pezzi, dimostrando ancora una volta di saperci davvero fare: sa essere creativo e inserire una serie di filler che impreziosiscono il tutto. Echi di tastiere e sax, infine, fanno capolino nei momenti giusti. Anche la registrazione risulta un’altra mossa decisamente azzeccata: il gruppo è stato negli Stone Bridge Studio (che è un po’ la sua seconda casa) assieme ad Alan Fantini, che ha impresso quel tocco live ai pezzi (ascoltate le parti di batteria e ve ne renderete conto pure voi) che li eleva ulteriormente.
L’atmosfera che si respira ascoltando quest’ultima fatica dei Sunday Morning è quella di quattro amici che suonano per documentare l’evoluzione delle loro vite, attraverso un mix di nostalgia, speranza e amore, che è un po’ il vero motore di Let It Burn. Quindi, lasciate che questo cd o vinile bruci nel vostro stereo mentre immaginate di sentire il calore di una domenica mattina…