SUMAC, The Healer
Ve la ricordate la scena del film “Alta Fedeltà” in cui un cliente cerca disperatamente di comprare un disco ma Jack Black non glielo vende? Poi arriva un altro e glielo rifila senza difficoltà? In negozio succede, non dico spesso, ma succede. In quel caso il venditore spiegava che il primo era un possessivo che voleva semplicemente inserire un disco in collezione mentre l’altro lo voleva ascoltare. E quest’ultimo è stato premiato. Ovviamente è un racconto romanzato: il fine ultimo di un negoziante di dischi è venderli, ma anche noi orribili snob abbiamo un cuore e ci gira il belino se un album va in mani sbagliate. Una volta, dopo tante contrattazioni, vendemmo la prima stampa del primo disco di Nick Drake. Fu un lungo mese di foto, abbassamenti di prezzi, fammi sentire qui e fammi sentire lì. Riuscimmo a piazzarlo ad una buona cifra ma cedemmo un pochino sul prezzo perché l’acquirente sembrava realmente interessato ad aggiungerlo alla sua collezione di rarissime prime stampe. Qualche giorno dopo averlo spedito, vedemmo lo stesso disco al doppio del prezzo in vendita su eBay. Era l’infame compratore che ci rigirò come dei polli allo spiedo.
Quando arrivano dischi interessanti preferiamo agevolare i clienti che vengono fisicamente in negozio e poi mandiamo una serie di messaggi agli aficionados. Il più delle volte i clienti casuali e gli spulciatori di Discogs non fanno in tempo a vedere cosa è arrivato che si è già volatilizzato. E 9 su 10 è già che suona nello stereo a tutto volume. Vendendo tanto anche online, in quel caso, non badiamo troppo a chi va a finire il disco. Alcune volte andiamo a vedere su Google Maps la destinazione, ma solo se si tratta di qualche posto esotico, cercando di immaginare che in quel luogo il record store più vicino disti centinaia di chilometri. Anche in negozio cerchiamo di veicolare la musica verso chi possa apprezzarla maggiormente. Non parlo certo di Pink Floyd, Genesis, AC/DC. Vendendo anche tanta roba particolare (l’ho già detto che siamo snob?), preferiamo non deludere il cliente e dare il miglior consiglio. Cercando di fare meglio di un algoritmo. Buona parte del lavoro è una seduta di psicoanalisi in cui cerchiamo di capire i gusti e gli interessi della persona cha abbiamo davanti, la voglia del giorno, del periodo o la semplice curiosità. Voi mi direte: grazie al cazzo, sennò a cosa serve un negozio di dischi? Esatto.
Qualche giorno fa è arrivato in negozio il nuovo dei Sumac, la super band composta da Aaron Turner degli Isis, il bassista dei Russian Circles Brian Cook e quel fenomeno del batterista dei Baptists. Se quest’ultimo non lo conoscete, recuperate i Baptists anche solo per ascoltarlo e godere parecchio. Il Caro Leader di questo sito mi ha girato il disco in mp3 un mesetto fa e da quel giorno lo metto a ripetizione. Dopo il primo ascolto ho detto a tutti i miei contatti whatsapp postmetallari (3) che il nuovo dei Sumac era finalmente il disco figo dei Sumac che aspettavamo da anni. Che se il singolo durava 12 minuti, c’erano altri due brani che duravano 25 minuti l’uno. Più un altro da 12. Che sì, Aaron Turner continua a rompere i maroni con quella voce gutturale, ma tutto il resto è pazzesco. Risposta “ah bene, quando esce poi lo ascolto”. Io: “non hai capito. Devi prenderlo il giorno stesso che esce”. Risposta: “sì, il singolo mi ispira, speriamo bene”. Io: “uff, sei di coccio: è una figata. Non te lo posso girare in anteprima ma fidati che è una roba che spazza via tutto. Sicuramente disco dell’anno”. Risposta: “dai aggiornami”.
I fan del post-metal sono dei gran rompicoglioni, io in primis. Figuratevi che non mi piace il 90% del post-metal che esce, da sempre non da oggi. Quindi so già che alcuni dischi dovranno stare in negozio a decantare mentre gli anziani saccheggiano l’ennesima ristampa di Dark Side Of The Moon.
Finalmente arriva in negozio. Cd 20 euro, vinile 50 sacchi. Ora, su come siamo arrivati a questi prezzi dovremmo fare un articolo (spoiler: colpa dei vecchi che comprano Dark Side Of The Moon) ma vabbè, un collezionista di dischi non si ferma di fronte a queste quisquilie: vuol dire che questa settimana ne comprerà uno di meno. Faccio il giro dei clienti e tutti mi dicono “eh devo ancora ascoltarlo, ma quelli precedenti non mi avevano preso granchè”. Sticazzi dei precedenti, è un mese che ti dico che è il disco dell’anno! Tocca metterlo su Discogs. Tempo poco arriva l’ordine: venduto. Scrivo “grande che hai comprato il disco” e altre belinate. Non lo faccio mai, il mio socio si occupa dell’online e ha capito che bisogna essere come dei T-1000: spietati, senza emozioni, dritti allo scopo. Ma io sono cresciuto nei newsgroup e ho ancora un cuore, sebbene malmesso. Un paio di giorni dopo arriva a destinazione. “Il vinile non è del colore scelto: siete degli incompetenti”. Ma zio caro hai tra le mani uno dei dischi più belli degli ultimi anni, trovato in Italia da uno che questi artisti li ha visti crescere da zero e mi dai dell’incompetente perché non è del colore in tinta con le pareti di camera tua? Ti meriti Dark Side Of The Moon.