SULLA LINGUA, ON

A volte faccio un casino. Ad esempio coi Sulla Lingua, power trio composto da Riccardo La Foresta, Anthony Pateras e Stefano Pilia. Ho ascoltato più volte il loro ON, edito per la benemerita Improved Sequence, imbastendo l’intervista che leggerete, senza però curarmi di parlarvi del disco. Fossimo accoliti di Zappa in effetti potremmo lasciare il tutto al caso, semplicemente ascoltare e parlarne fra noi, sperando di suscitare dell’interesse da parte vostra, ma ON è secondo me lavoro che richiede attenzione. Lo fa soprattutto perchè è esperienza sinestetica e interferisce con il corpo e con la carne. Lo fa partendo da campionamenti del Drummophone di La Foresta (strumento a fiato che agisce sulle pelli del tamburo), che poi si siede dietro la batteria, accompagnati dal synth di Pateras e dalla chitarra di Pilia.

Che può significare tutto ciò? Soltanto il meglio, ovviamente, con una componente cerebrale e teorica che viene messa a coté (disponibile, utile, perfino necessaria) per lasciare spazio a dodici tracce nelle quali la materia sonora viene impastata con cavoli fermentati, unser lieber Sauerkraut, rocce nel senso di rock come materia, e voli su altri continenti e ritmi, siano essi africani e mediorientali. Il tutto come un immenso ouroboro che si incammina, fagocita e ci ripropone il tutto come sorta di viaggio iniziatico. Sappiamo già quale sarà il dubbio interiore di ognuno (ancora?), ma possiamo solo dire, come funzionari della musica e molla nell’ingranaggio non richiesto che dalla pubblicazione porta alla fruizione, che ON è disco meritevole di ascolto a più livelli: attento, per godersi le sfumature, le tecniche e gli accenti; distratto, per esserne coinvolti in maniera irresistibile ed ipnotica; inconscio, abbandonandosi al sonno e venendone irretiti, coccolati e trasportati.

Non mi capita spesso di esternare questo tipo di considerazioni, soprattutto in situazioni che spesso si direbbero contingenti, fra musicisti che hanno di loro percorsi precisi e che potrebbero anche già aver terminato la loro avventure come Sulla Lingua.

È questione di recettori, non di ottiche né tantomeno di orecchio, qui si parla di un disco che fa salivare, conferisce messaggi al nostro cervello e scatena reazioni.

ON è un lavoro del quale facciamo volentieri bis, libero, out e gloriosamente fuori dal tempo, cucinato da tre chef d’eccezione, Stefano Pilia, Riccardo La Foresta ed Anthony Pateras e venduto al cliente a 12 euro, come un poldino alla bolognese in centro a Bologna, un hamburger fatto con ripieno di tortellini, friggione e parmigiano che gli accosterei molto volentieri.