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STONED JESUS, Father Light

Il quinto album in studio degli ucraini Stoned Jesus esce a distanza di cinque anni dal precedente Pilgrims e molto da allora è cambiato. Lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia ha influito molto sulla loro attività nell’ultimo anno, che li ha visti molto presenti sui social, dove cercavano di sensibilizzare fan, e non fan, sulla delicata, decennale (se non anche secolare) questione dei rapporti tra le parti in conflitto. Dunque Father Light esce in un momento molto duro e di cambiamento radicale per tutti e tre i componenti del gruppo. Premesso questo, si può dire che gli Stoned Jesus, ormai noti in Italia per le ottime produzioni in studio e per le performance live non meno degne di nota, hanno sfornato un nuovo grande lavoro.

Father Light mostra come gli Stoned Jesus – partendo dai classici e dovuti richiami sabbathiani di First Communion (2010) e aggiungendoci sempre più qualcosa di proprio – abbiano trovato nel corso del tempo una loro voce ed è degno successore del già citato Pilgrims, oltre che di Seven Thunders Roar (2012), che conteneva la “hit” “I’m The Mountain” (quindici milioni di ascolti su una nota piattaforma di condivisione video): si apre con l’intro omonima, poi tocca subito alla lunga seconda traccia (“Season Of The Witch”, di quasi dodici minuti), che col suo intermezzo sul filo del proto-prog è destinata a diventare uno dei cavalli di battaglia del gruppo, se non proprio (come ha ironizzato la band stessa) la nuova “I Am The Mountain”. Il resto è una riuscita combinazione tra l’impronta stoner/desert ed elementi, ritmiche e chitarre a tratti punkeggianti/grunge, per brani che nel loro essere “stonati” non mancano di animosità e grinta. A questo mix si aggiunge la caratteristica voce di Igor, che fa del gruppo qualcosa di unico nel genere.

Gli Stoned Jesus, in sintesi, dimostrano non solo di essere uno dei nomi di punta dello stoner odierno, ma di avere ancora molto da esprimere, riuscendoci in un momento storico molto complesso per loro. Prossimamente saranno in Italia: andare a vederli dal vivo sarebbe un’ottima occasione per assistere allo show di uno dei fenomeni musicali del momento oltre che dimostrargli vicinanza e supporto in un momento di difficoltà non indifferente.