STIGMATIZED, …A Wall Of Falseness
Undici tracce che non superano praticamente mai i due minuti di lunghezza per questo assalto all’arma bianca dei cagliaritani Stigmatized, band formata da volti noti della scena sarda e attiva dal 2016. Undici mazzate al confine tra death-scandinavo, grindcore e powerviolence, tra corse furiose con il piede sull’acceleratore e rallentamenti ricchi di groove, feedback e HM2, oltre a growls e urla disperate che rimandano all’hardcore. Il tutto compresso in una scrittura che dichiara a chiare lettere da dove viene e contro cosa vuole scagliarsi: in pratica un grido di battaglia che promette uno scontro senza esclusione di colpi.
Del resto, anche i testi seguono un filo conduttore che è la denuncia di guerra e sopraffazione, all’interno di un immaginario che non offre nessuno scampo o promessa di future redenzioni, ma solo una visione segnata da nichilismo e attitudine iconoclasta, voglia di vomitare la propria rabbia e di portare l’assalto alle fondamenta della società attuale.
Interessante la digressione centrale che spezza il brano più lungo, “Parasitic Evolution”, con un richiamo a certo death-black dai rifessi industrial di matrice scandinava, e varia la proposta senza apparire come una forzatura; al contrario, aggiunge un sapore particolare e dona personalità al mix di ingredienti che contribuisce al risultato finale.
Di certo non ci troviamo di fronte ad un disco adatto a stomaci delicati o palati schizzinosi: qui si gioca sporco e si colpisce nel nome della migliore tradizione estrema, sia essa di matrice hardcore, grind o metal. Gli Stigmatized non sembrano infatti provare alcun interesse ad aprire le porte ad un pubblico generalista ma guardano dritto negli occhi coloro che si sentono in conflitto perenne con un sistema, e le sue regole basate su profitto e prevaricazione, figlio di una distopia che ha ormai permeato il Pianeta e lascia ben pochi motivi per festeggiare.
Nella mia mente, questo è il suono che dovrebbe accompagnare l’assalto al palazzo o lo spartito eseguito dall’orchestra del Titanic, quindi la colonna sonora perfetta per questo periodo storico. Magari tornerà il tempo di sorridere e darsi pacche sulle spalle. Per ora meglio gli Stigmatized.