STEREOKIMONO, Intergalactic Art Cafè
Attesa abbondantemente ripagata.
Sono passati nove anni dall’uscita di Prismosfera, tanti in campo musicale, così tanti da far temere a chi aveva apprezzato i primi due lavori del trio bolognese che potesse non esserci un seguito. Invece, dopo essersi dedicati ad altri progetti e alla loro vita privata, gli Stereokimono tornano sulle scene con un nuovo lavoro (nuovamente per l’Aerostella di Franz Di Cioccio) che ricompensa pienamente l’ascoltatore della lunga attesa.
Liberamente ispirato al Flying Circus dei Monty Python, Intergalactic Art Cafè sarebbe perfetto anche come colonna sonora di quel capolavoro di ironia fantascientifica che fu la Guida Intergalattica per Autostoppisti, grazie al suo irresistibile carico di una libertà espressiva con il dono raro e fondamentale di non voler necessariamente essere elitaria.
Che si tratti di tre musicisti preparatissimi è fuor di dubbio, ma il valore aggiunto del disco è il riuscire a mettere la perizia strumentale completamente al servizio della musica e non viceversa, come purtroppo spesso avviene. Rispetto al passato la voce è appena appena più presente, con Raffaello Regoli che nella splendida “Rebus” omaggia dichiaratamente Demetrio Stratos e con Nicoletta Zuccheri che presta la sua interpretazione a “The Gnome On The Moon”, in puro stile Gong. Per il resto ci troviamo come al solito di fronte ad una serie di spumeggianti e brillanti pezzi strumentali, che esplorano stili diversi pur mantenendo un’identità ben definita. Il basso di Alex Vittorio e la batteria di Cristina Atzori si intersecano alla perfezione con le chitarre di Antonio Severi e, assimilando anche qualche mirato intervento tastieristico, danno vita a delle creazioni spesso intrise di psichedelia (“Fuga Da Algon”), a volte spensierate (“Lumacacactus”), altre volte selvaggiamente galoppanti (“Zona D’Ombra”).
Poi in rete di sciocchezze se ne possono leggere molte, e magari c’è chi nutrendosi di stereotipi vuole per forza considerare il prog un genere morto e sepolto – senza preoccuparsi di conoscere quello di cui scrive – e si limita ad associare la musica degli Stereokimono a qualche nome scelto più o meno a caso tra quelli storici degli anni ’70. In realtà Intergalactic Art Cafè è molto di più, è prog ma non solo, è un lavoro che non dimenticando il passato lo rielabora in chiave moderna ed ironica, è un invito a fare le cose bene senza prendersi troppo sul serio.
Forse il miglior disco degli Stereokimono, sicuramente uno dei migliori dischi di rock strumentale dell’anno.
Tracklist
01. Fuga Da Algon
02. Space Surfer
03. Indian Breakfast
04. Rebus – Il Gioco
05. Rebus – La Metafora
06. Rebus – La Soluzione
07. Lumacacactus
08. The Gnome On The Moon
09. Zona D’Ombra
10. Oltre Algon