ST.RIDE, Quasi Vicino
Benvenuta nuova raccolta di pezzi del duo genovese Gusmerini-Grandi, ormai accasatosi con la concittadina Torto, etichetta vivace e attenta nel documentare ciò che si muove oggi nel panorama delle musiche di ricerca nel nostro Paese. Ancor prima di inserire il cd nel lettore, osservando le quattro foto di esterni presenti nel digipack si ha già modo di familiarizzare con l’idea di spazialità e abbandono alla quale ci esporrà la musica; che rimane pressappoco sulla linea proposta dal loro ultimo lavoro, forse con una ben più marcata “artificialità scultorea” che sembra congelare le immagini di seduzione della cultura hi-tech in una fanfara funebre. È tutto un procedere di pesi e contrappesi in questi dieci movimenti: le stratificazioni sono minime, la voce robotica e metallica è un segnale disturbato che impedisce di afferrare il significato delle parole, gli spasmi di rumori trovati e dei sample una colla che a volte tiene e volte no. Sì, in certi momenti viene lasciato spazio a un pulsare wave-electro circospetto, a temperatura controllata, e a qualche linea melodica più coraggiosa. Ma il tutto è sempre “liturgico” e tenuto rasoterra. La sensazione prevalente ha a che fare proprio con qualcosa che persiste alla sua maniera, in un dolce-amaro sfumare e apparire – ciò che resta e che interroga il ricordo. Così, a caldo, per dare un’idea e mettere (si spera) un pò di curiosità, gli St.ride sembrano aver voluto tentare una trasfusione delle atmosfere ondulate e dense di torpore delle colonne sonore di Cliff Martinez nella concreta-elettroacustica degli artisti più narrativi del catalogo Erstwhile. Si sente che hanno lavorato per render il tutto coeso, non precludendosi possibili esperimenti/soluzioni, quindi direi che la loro salute artistica è ancora buona e la soddisfazione dei vecchi fan assicurata.