Spime.im, la sottile linea grigia
Grey Line è il secondo disco del collettivo artistico SPIME.IM. Un disco che è molto più che un oggetto contenente suoni, abbracciando intenti tecnologici ed etici, visioni grafiche e tentativi di creare ritmi che possano risuonare in tutti noi. SPIME.IM utilizza tecnologia, arte tridimensionale e musica elettronica esplorando i concetti identitari in mondi dove i nostri Doppelgänger digitali hanno sempre più peso. Fidandoci, abbiamo provato a contattarli (via mail, ovviamente), per riuscire a cavare del sangue dai compositori di musica tanto pungente quanto accorata. A risponderci due entità corporee a noi presentateci con i nomi di Davide Tomat e Gabriele Ottino.
“Spime” è preso da Bruce Sterling (qui la definizione). SPIME.IM è un collettivo artistico, che si esprime attraverso il suono e l’esperienza. Quanta importanza c’è nel tradurre le informazioni raccolte in esperienza, in suono ed in immagini? Vi sentite maggiormente dei creatori o dei traduttori?
Davide: Traduttori senza dubbio, anzi trasduttori per essere un po’ geek. Il processo creativo sonoro e visivo di Spime.im è molto naïve, molto semplice e molto diretto. Lasciamo che le nostre membra vengano bombardate dalle sorgenti che ci circondano nella vita di tutti i giorni e poi, una volta metabolizzatele, le ributtiamo fuori.
Gabriele: Se dovessi scegliere, direi traduttori, ma potrei anche considerare l’opzione di ricercatori. Quello che facciamo è innanzitutto per noi stessi, e forse, in secondo luogo, può essere utile anche ai fruitori della nostra musica e delle nostre performance. Il nucleo della nostra ricerca è il tentativo di vibrare alla stessa frequenza del caos. Questo processo ha l’effetto di sfidare la comprensione, confondere le idee, mettere in discussione le nozioni ovvie e farci perdere i punti di riferimento che ci permettono di mantenerci eretti. Questa pratica ci porta a capire quanto sia fragile il nostro equilibrio. Tutto ciò avviene in modo spontaneo, poco razionale, profondamente viscerale, grazie a una quasi totale sospensione di giudizio. Le nostre fonti sono il più eterogenee possibili, dalla musica contemporanea al rumore della frenata del treno che mi sta facendo muovere mentre rispondo a questa domanda, dai meme alla video arte, dai video ASMR Coreani ai saggi di Timothy Morton.
Grey Line, a quattro anni da Exaland, esce sempre su OUS, una delle etichette che negli ultimi anni sta ponendo diversi interrogativi con le proprie produzioni artistiche. Penso alla lotta di Simon Grab e Francesco tramite la figura di Madame Rochat in No Surrender, all’ostinata ricerca ritmica di Julian Sartorius in Locked Grooves, alla questione della contemporaneità in Matter di Noémi Büchi. Vi andrebbe di raccontarci come è nato il vostro rapporto con Manuel Oberholzer e la sua label?
Davide: I primi artisti di Ous che abbiamo conosciuto sono stati Iokoi e Slon. Ci siamo conosciuti in Sicilia in una residenza artistica per un festival in cui suonavamo tutti nel 2016. È nato un ottimo feeling e così poco dopo abbiamo organizzato un concerto di Ous al Superbudda a Torino, il nostro studio, dove abbiamo avuto l’occasione di conoscere Nik e Manuel di Ous. È stato tutto molto naturale, ci siamo trovati subito molto bene, sono nate delle amicizie e collaborazioni che continuano ad alimentarsi.
Nella presentazione del disco parlate di un caos sistematico nel quale affinare le percezioni per iniziare a comprendere le intricate variazioni della realtà. La linea grigia e la vostra musica più in generale è un’eterna ricerca o una risposta? Al termine delle registrazioni di questo disco vi siete sentiti più completi o maggiormente consapevoli della vostra dispersione?
Gabriele: Da un lato, credo che sia una ricerca eterna, ma contemporaneamente penso che la risposta sia già presente in sé. La continua ricerca ci obbliga a mettere in discussione ciò che era considerato certo il giorno prima, ci fa stupire e meravigliare. Queste sono, secondo me, le ragioni per cui è bello esistere, accogliendo il caos, non smettere mai di ricercare la verità essendo però sempre pronti ad abbandonare le risposte che abbiamo trovato. Quindi per rispondere alla tua domanda, chiuso il disco ci sentiamo piacevolmente disorientati.
Per quanto riguarda il Caos sistemico, questa è una citazione tratta da un libro che abbiamo consumato durante la scrittura del disco che contestualizza alla perfezione tutto il nostro lavoro. Si tratta di Interregno, Iconografie del XXI secolo di Mattia Salvia, edito da Nero Edition, nel quale si parla proprio del contesto di Caos sistemico, Timeline sbagliata, Era dell’assurdo, appunto Interregno gramsciano in cui siamo immersi da qualche anno. È un caos che purtroppo ha accezione ben più negativa.
Quanto conta il contesto in una narrazione sonora come la vostra? Ritenete Grey Line un album fruibile a più livelli o per goderne appieno credete sia necessario contestualizzare nella vostra totalità? Ve lo chiedo non avendo purtroppo mai assistito ad un vostro show e mancandomi la vostra parte visuale, eccezion fatta per il videoclip di “Heliotrope”, con la sua ecologia militare…
Gabriele: Il contesto sicuramente aggiunge pathos all’esperienza di Grey Line. Contesti perfetti come Places des Arts (Mutek) e il Teatro de Laboral Ciudad de la Cultura (LEV Festival) certamente guidano lo spettatore ad immergersi nella nostra “piscina grigia”. Questo è reso possibile, soprattutto, grazie a un pubblico altamente preparato, frutto del lavoro decennale dei promoter. Tuttavia, è altrettanto gratificante esibirsi in luoghi come Piazza Prampolini a Reggio Emilia durante il Festival Fotografia Europea e notare che non solo il pubblico più “esperto” rimane ipnotizzato dalla nostra musica e dalla frenetica successione delle immagini.
La componente visuale aggiunge forza espressiva all’esperienza di Grey Line. La nostra musica spesso trae ispirazione dalle immagini e, al tempo stesso, le immagini cercano di incarnare il suono. Alcuni brani, come ad esempio “Mystic,” sono nati da un mash-up video, il quale è stato successivamente scomposto, rimaneggiato ed utilizzato come samples audio/video.
Davide: Forse Grey Line è il primo album di SPIME.IM veramente fruibile anche slacciato dalle immagini. Durante la sua lavorazione abbiamo sempre sperimentato i due aspetti contemporaneamente, in modo che il concetto visivo fosse sempre presente nel concetto sonoro e viceversa. Credo che questa modalità di lavoro abbia causato un “bleeding” fra le due dimensioni. Forse anche il materiale visivo di Grey Line è fruibile senza il suono.
Come si inseriscono Stina Fors e Lorem in Grey Line? Cosa avete cercato e trovato in loro che potesse arricchire Grey Line tramite uno degli strumenti più ascrivibili all’umanità, la loro voce?
Gabriele: Io e Davide abbiamo entrambi un trascorso come cantanti e la voce è sempre stato uno strumento al quale abbiamo sempre rivolto un’attenzione particolare a tal punto da smettere di usarla. In Grey Line siamo tornati a farlo chiedendo a Stina e Lorem di diventare i nostri traduttori (per tornare all’inizio dei nostri discorsi). La cosa più bella di entrambe le collaborazioni, oltre alla stima artistica e all’amicizia che ci lega, è la perfezione con cui le due interpretazioni si sono adagiate sul senso più generale del disco. Se da un lato abbiamo Stina (unica voce umana del disco )che con la sua voce fredda e precisa ha quasi del tutto svuotato di pathos la sua interpretazione, dall’altro abbiamo Lorem, che umanizza e carica di emotività una voce generata da lui con AI.
SPIME.IM è un nome che riconduce alla perenne tracciabilità ma il grigio rimanda invece ad un sobrio anonimato. Nel mondo artistico la firma delle proprie opere e delle proprie composizioni è di norma esplicita e quindi controllata, così come il vostro progetto è riconducibile alle vostre persone. Non avete mai pensato di separare le vostre identità dalla vostra arte ma non è detto che questa sia la realtà. Mi confermate quindi di essere persone reali, in carne ed ossa, e non forme digitali autogenerate? Come?
Matteo: 01110011 01101001 00101100 00100000 01110011 01101001 01100001 01101101 01101111 00100000 01110000 01100101 01110010 01110011 01101111 01101110 01100101 00100000 01110010 01100101 01100001 01101100 01101001
Come sarà composto lo show di Grey Line? Dove vi esibirete prossimamente?
Gabriele: Non vorrei svelare troppo sulla composizione dello show, ma invito tutti i lettori a venirci a trovare e condividere con noi le sensazioni da cui sono stati attraversati durante la nostra performance. Le prossime date già confermate sono:
06 Ottobre 23 / Midi Motori Digitali / Bergamo / IT
07 ottobre 23 / Roma Europa Festival / Roma / IT
09 dicembre 23 / Node Festival / Modena / IT
19 Gennaio 24 / Hexagone / Mayland / FR
Potrebbero aggiungersi delle belle altre sorprese!