SPACE SIREN, Songs For A Dead Pilot
Allucinante pensare che abbiamo intervistato Corno Zwetsloot ad agosto e a novembre lui sia scomparso, anche se – con fatalismo imbarazzante – ci aveva raccontato lui stesso che aveva una brutta malattia. Non avrebbe quasi senso, in questo momento, parlare del disco (ottimo) degli Space Siren, del loro ultimo tour (“last waltz”) e di questo ep d’addio, registrato in autunno con la consapevolezza che il tempo stava per scadere. Però la chiave di tutto, in musiche come questa, è l’urgenza (anche quella di stare insieme) e davvero non c’è esempio d’urgenza più concreto di questa cosa suonata in extremis da Zwetsloot, da sua moglie Ineke alla batteria e dai due compagni d’avventura, che pone fine alla corsa di un buonissimo gruppo, dentro al quale c’era anche una famiglia e che – paradossalmente – era iniziato come omaggio al figlio appena nato della coppia. È tutto chiaro quando senti la chitarra di “Song For A Dead Pilot”, che brucia, pianta le unghie ovunque può e tira in faccia la vita alla morte, come una manata, come un sasso, celebrando la migliore delle tossicodipendenze: quella da rumore.