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SOUNDSICK, Astonishment

Soundsick

Composti dai due fratelli Ilario e Alexander Onibokun e da Valentino Teodori, i Soundsick offrono all’ascoltatore un interessante blend a base di pulsioni psichedeliche e attitudine prog, sfumature post-metal e un retrogusto che punta dritto a Seattle. Il risultato impressiona quanto a cura per gli incastri e in qualche modo conduce dalle parti di formazioni quali At The Soundawn, Viscera/// e Void Of Sleep, pur mantenendo una propria ben precisa personalità e una più marcata contiguità con certo alternative-rock. La capacità di lasciar trasparire, comunque, una buona dose di pathos e di evidente passione tiene lontane patinature eccessive, sebbene sia innegabile una marcata tendenza a creare brani raffinati e ricchi di dettagli sonori, il che non impedisce agli stessi di colpire nel segno e lasciarsi apprezzare più per la portata emotiva che per il fattore estetico. La capacità di alternare le singole componenti della formula, senza per questo risultare eccessivamente eterogenei o frammentari, rende il percorso piacevole e ricco di diversivi, come fanno la straniante “Grandparents” o alcuni riff più robusti e saturi di elettricità. Potremmo parlare anche di pop, inteso come impulso a disegnare linee di facile presa e crescendo corali che vanno a imprimersi con facilità in mente, eppure l’effetto finale è quello di una musica sempre attenta a non eccedere nell’uso di melodie o armonizzazioni troppo stucchevoli, il che segna la differenza – non da poco – tra i Soundsick e molti concorrenti che al contrario finiscono per perdersi nella ricerca di fin troppo facili consensi. Al contrario, il trio marchigiano non abbandona mai un proprio standard qualitativo, che si ripercuote sia nelle evidenti derive psichedeliche sia nella costante ricerca di un equilibrio tanto sottile quanto irrinunciabile, soprattutto per mantenersi all’altezza delle aspettative. L’impressione è quella di una formazione mossa da un dualismo che ne segna il tragitto e ne contraddistingue le movenze, il che una volta tanto non è un aspetto negativo o un segno di insicurezza, quanto un essere consapevoli della propria reale essenza senza volersi a tutti i costi camuffare da ciò che non si è. Se la prova in studio rispecchia le potenzialità live della band, si potrebbe addirittura pensare ad una resa ottimale proprio su palco, dove brani come la title-track o “Loneliness” potrebbero davvero avere una botta micidiale. Da tenere d’occhio.

Tracklist

01. Lena
02. CH3 CH2 OH
03. Disco Rat
04. Brain In Brine
05. Grandparents
06. Astonishment
07. Loneliness
08. Asphixia
09. Moleskine
10. Varnelli & Muffa
11. Candies & Cum