SOPA BOBA, That Moment
Il taglio di un dito per il furto. Il gesto di un padre nei confronti del figlio, che scatena una serie di inevitabili incidenti. That Moment è l’opera dei Sopa Boba, G.W. Sok alla voce narrante, Pavel Tchikow ai synth modulari, storia di Jean Vangeebergen insieme a Nicoletta Esinencu (figlia dell’autore del romanzo che ha dato via al tutto, il moldavo Nicola Esinencu). Vessazioni scolastiche e pensieri suicidi, drammi che infestano la famiglia e crescono sopra a una musica che è battito lancinante. Il tutto in un rutilante insieme di energia, ritmo e intensità. L’impressione è di osservare l’irreparabile, il montare della tensione, il climax, grazie a una voce e a una conduzione sonora (della partita sono un quartetto d’archi più una viola solitaria e un raddoppio di synth su un paio di brani) che ci portano lentamente verso il precipizio, ben sapendo che nulla ci potrà salvare. Musica contemporanea? Spoken word? La discesa verso una drammaticità gestita con eleganza e abnegazione? Nonostante le tematiche crude non ci si riesce a staccare, ormai la musica e la voce sono entrati sotto la nostra pelle e non possiamo che proseguire fra le macerie. Ma non sono gli avvenimenti in sé a colpire. No, è la discesa, continua e sempre più accentuata, verso l’oscurità, schermata solo dai colpi delle dita e degli archetti sulle corde. Parte fiera della stoltezza, parte fotografia di un passato e di un presente selvatici e ottusi, tra fame e bisogni sempre più laceranti. That Moment è un’opera e come tale andrebbe fruita, con messa in scena e libretto, a godersi interpretazioni e partiture vista la sua natura plurima. Ascoltarlo perdendosi le sfumature sarebbe cosa pessima e perfida, non saprei dirvi se all’interno dell’insieme di due dischi ci siano i relativi testi, ma intanto, per non perdersi nulla, basterà riascoltare a nastro questa splendida e drammatica pièce.