SNEERS, Heaven Will Rescue Us, We’re The Scum, We’re In The Sun
Gli Sneers sono al terzo album, sono italiani e vivono a Berlino da qualche anno. Questo disco ha un suono tutto suo, riconoscibile sin quasi dalla prima nota. Sono altresì riconoscibili le ispirazioni, un paio in particolare: il modo di suonare le chitarre, à la Swans, soprattutto quelli della svolta con Jarboe e della più recente reincarnazione (non a caso tra gli ospiti c’è Kristof Hahn alla lap-steel guitar), e molte produzioni wave degli Ottanta, si passa dalle sguaiatezze vocali di Lydia Lunch alla fierezza di Siouxsie Sioux. Detto questo, si marcia in modo diretto e violento, e al contempo ieratico, per scontrarsi idealmente contro un muro di gomma, ma che fa comunque male: lo dimostra appieno la sofferente traccia d’apertura, “Sailing As A Saint”, poi il duo si prende una pausa nervosa con la melodia molto anni Ottanta – appunto – di “For Humanity To Rest”, per non dire della deriva shoegaze di “Fevers For Believers”, forse tra i brani più interessanti di questo lavoro. Se “Rossella In Badlands” è quasi cadaverica, il resto viaggia sul livido spinto, dunque il consiglio è di essere dell’umore “giusto” per apprezzarlo come si deve, credo siano proprio queste le intenzioni della cantante e chitarrista Greta e del batterista Leonardo. Siamo dalle parti dei Father Murphy, ma forse con più teatralità e sofferenza. Promossi.