SLEAFORD MODS, Spare Ribs

Le “spare ribs” sono tecnicamente le costine di maiale, quelle che si fanno al bbq con tanta salsa sopra e scivolano nello stomaco grazie litri di birra. Sono l’esempio del consumismo sfrenato, dell’ingurgitare il cibo che perde la sua essenza di nutrimento, ma allo stesso tempo sono tradizione, il piatto a basso costo per chi non può permettersi di più.

L’ultimo disco del duo di Notthingam, Spare Ribs, esce in concomitanza con il concretizzarsi dell’affare Brexit ed è uno strumento perfetto per raccontare il mondo occidentale e alcuni aspetti culturali della Gran Bretagna di oggi (“Short Cummings”). Musicalmente la differenza rispetto ai lavori precedenti non è molta: ci sono le classiche batterie lo-fi con bassi a pennata verso giù tipicamente punk ’77, tanto basta comunque al duo per rendere fiammanti e infuocate le canzoni nella quali, in due casi (“Mork N’ Mindy”, “Nudge It”), compaiono featuring canori femminili con, rispettivamente, Billy Nomates ed Amy Taylor (segnatevi questi due nomi e andate ad ascoltare qualcosa, soprattutto della prima).

D’altronde il mondo degli Sleaford Mods non è tanto la musica in sé, ma le invettive che partono dai loro testi per raggiungere ogni destinatario possibile. È quasi d’obbligo, infatti, partire da ciò che pare prema sottolineare al duo: una dedica ad alcuni loro colleghi musicisti (avevo già fatto un accenno su queste pagine) accusati di class tourism e di finta empatia nei confronti della classe operaia: “This ropey idea about love and connection, Just stuck on silly ideas ‘Cause it’s all you can cook You fucking class tourist You mix your social groups up It’s like you all stick together” (“Nudge It”). Spare Ribs, però, non è solo condanna e accusa, è anche riflessione sul mondo cambiato nell’arco di un solo anno e vissuto attraverso un telefono: “Top Room” o “Glimpses” ne danno una visione sicuramente meno edulcorata e mielosa rispetto a molte delle uscite discografiche a tema 2020, vuoi per il modo sopra le righe con cui gli Sleaford esprimono i concetti o per il semplice fatto che non hanno interesse ad essere collocati in qualche preciso contesto.

È tutta realtà quella raccontata e descritta dal duo, che ci permette di vedere attraverso i suoi occhi aspetti della società odierna che diamo per scontati (l’incompiutezza delle cose in “Thick Era”); la melodia esiste in parte, lo sprechgesang è la cifra stilistica che impregna tutto il disco di odori delle strade umide inglesi, di spirito tipicamente operaio, dei pub strapieni già alle sei di pomeriggio, dei continui paradossi di una Nazione che ci ha sempre regalato innovazione musicale, sguardo sul futuro da una parte e forte attaccamento alla Corona dall’altra.

Crudezza verbale e suono acidulo sono gli ingredienti principali di questo disco, così come dei precedenti, con la differenza che in Spare Ribs dichiarano più apertamente guerra ad un sistema che ci sta ingurgitando tutti ad una velocità sempre maggiore. Se fossimo noi quelle costine?

Tracklist

01. The New Brick
02. Shortcummings
03. Nudge It (Ft. Amy Taylor, Amyl and the Sniffers)
04. Elocution
05. Out There
06. Glimpses
07. Top Room (Ft. Dr Lisa McKenzie)
08. Mork n Mindy (Ft. Billy Nomates)
09. Spare Ribs
10. All Day Ticket
11. Thick Ear
12. I Don’t Rate You
13. Fishcakes