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SIX FEET TALL, S/t

Nuova uscita per la ÙA Records, etichetta che abbiamo già segnalato per il debutto dei Northwoods e che vanta la peculiarità di offrire con le sue produzioni un’insolita accoppiata vinile/fumetto, in questa occasione affidato a Tommaso Di Spigna, in arte Spugna. A legare band e albo è questa volta il nome stesso Six Feet Tall, preso in prestito dal film “Harvey” del 1950, in cui il protagonista ha come spalla e compagno di bevute un improbabile coniglio invisibile. Dal punto di vista musicale, ci si ritrova a navigare tra la Revolution Summer di casa Dischord e la New York rumorosa degli Unsane (ma non solo), con un’anima punk a fare da collante e un piglio eretico che impedisce di soffermarsi troppo a lungo su binari prefissati. Tra melodie sofferte e cigolii metallici, riff sghembi e uno sguardo puntato al postcore infatuato di noise-rock che diede alla luce alcuni dei nomi più interessanti e influenti negli anni Novanta, i Six Feet Tall non hanno paura di mettere a nudo le proprie radici e di rendere omaggio ai propri maestri, ma riescono a farlo in modo personale, così da risultare assolutamente godibili e attuali. L’impressione è quella di assistere a una sessione di terapia di gruppo in cui si riportano alla luce vecchie ferite mai completamente rimarginate e ci si lascia andare senza rete a storie di battaglie quotidiane combattute dentro e fuori di sé. Si potrebbe definire il suono della band come un’interpretazione del metal fatta da un gruppo di punk che lo ha smontato e ricomposto a memoria, senza far troppo caso alla forma canonica e basandosi più sugli umori che non sulla correttezza delle sequenze di note, tanto da creare un qualcosa che finisce per esserne totalmente agli antipodi. Tra feedback, dissonanze e pulsioni ritmiche, i Six Feet Tall catturano l’attenzione e stuzzicano la curiosità senza dover far ricorso a trucchi da imbonitore, del resto non stiamo parlando di gente alle prime armi, ma di nomi già noti a chi segua questo tipo di sonorità. Attendiamo sviluppi.

Tracklist

01. How To Spleen Everything
02. Hopeless Semantic
03. A Fun That Never Sets
04. Washing My Scene
05. Zen Ar Cane
06. Voids Don’t Cry