SION TREFOR, Say Nothing
“Say Nothing” è il titolo della straordinaria serie tv in nove episodi tratta dal romanzo-indagine di Patrick Radden Keefe “Say Nothing: a true story of murder and memory in Northern Ireland”, laddove si approfondiscono una serie di tragici eventi avvenuti durante i Troubles, storica definizione del conflitto che insanguinò l’Irlanda del Nord nell’ultimo trentennio del secolo scorso, ufficialmente concluso nel 1998 con la firma degli “Accordi del Venerdì Santo” avvenuta il 10 aprile a Belfast. Protagonisti principali, in estrema sintesi, le truppe occupanti inglesi da una parte e dall’altra l’organizzazione armata dell’Irish Republican Army/I.R.A., divenuta in seguito, con la leadership di Gerry Adams (Belfast, 1948), Sinn Féin, partito politico ufficialmente riconosciuto dal governo britannico. Ne raccomandiamo la visione assolutamente mozzafiato dall’inizio alla fine per interpretazione, regia, montaggio, cura storica!
Ulteriore elemento nella riuscita di “Say Nothing” è la colonna sonora composta da Sion Trefor, che episodio dopo episodio si svela come potentissima chiave di lettura nell’evoluzione psicologica dei protagonisti come nel sottolineare l’intreccio degli eventi che, se non sapessimo reali, apparirebbero ispirati a un’antica tragedia greca.
Trefor, pianista, compositore, produttore gallese, lavora fra Cardiff e Berlino e, oltre a una sua produzione solista, è da anni coinvolto in vari altri progetti: Future Kult con Benjamin Zombori, l’installazione sonora per la pittrice messicana Beatriz Morales nella personale a lei dedicata del ad Amburgo nel 2022, colonne sonore (“Freud”, “Paragon”, “Toxic Town”…) ma certo con le composizioni di Say Nothing si avvicinano a territori dark ambient a noi cari per questi 58 minuti di musica densa, oscura, drammatica.
Apre “A Mother’s Influence”, col violino solista di Ioana Selaru e un astratto ostinato d’archi, prezioso déjà vù dei lavori di Simon Fisher Turner per Derek Jarman o del giovane Nyman (“The Draugtman’s Contract”, per intenderci), ma già col secondo pezzo, “Divis”, siamo in pieno ambient contemporaneo oscuro-ossessivo-bellissimo. I 22 titoli (titoli tutti con un significato ben preciso) sono compresi fra i 55 secondi e un massimo di 5 minuti di durata, prova della fulminea capacità di sintesi di Trefor come ad esempio lo splendido tema di “In Another World”, risolto in poco più di un minuto. “Ready To Go?” riprende, dilatandola, la cellula sonora del brano d’apertura. “Keep Smiling”, “Shane”, “Palms Of Their Hands”, “Chasing Dark” hanno un appeal jazz-noir à la Barry Adamson, il mitico bassista dei Magazine e poi de Bad Seeds, da sempre specializzato in score di noir immaginari e non (“Moss Side Story”, “Soul Murder”, “Lost Highway”). “Greetings From Blackpool” sembra un’aria di Gustavo Santaolalla immersa in quel Muir Éireann che divide l’Irlanda dalla Gran Bretagna. La sequenza finale che va da “The Chorister”, “This Island”, “Brendan”, “The Pin”, brano composto con la giovane virtuosa violinista di origini romene Ioana Selaru, fino a “The Beach” è un crescendo solenne di musica che si conclude sulle note di “Hi Dolours”, laddove quel nome sancisce la catastrofe psichica di Dolours Price, protagonista reale della storia, interpretata da due magnifiche attrici: Lola Petticrew (Dolours giovane), Maxime Peake (Doulours adulta). Oltre che dallo score originale le immagini sono “emotivamente ingaggiate” da una sequenza di brani sia risalenti ai tempi degli avvenimenti narrati, sia contemporanei, interpretati da Stooges, Slade, Kinks, Small Faces, arrivando ad oggi con The Scratch, Lankum, Arp & Anthony Moore. Colonna sonora da brividi, quelli veri!