SINS OF THE DAMNED, Striking The Bell Of Death
Una gradita sorpresa dal ribollente pentolone cileno da cui strabordano in continuazione gruppi metal di ogni sottogenere. Non conoscevo i Sins Of The Damned, attivi dal 2014 ma giunti solo ora alla prima uscita lunga. Potrebbero essere frettolosamente collocati nel filone thrash/black, sentendo la voce e i tempi di batteria, mai comunque ultraveloci. A differenziare i Sins Of The Damned c’è però un particolare gusto per la melodia che non abbandona mai i pezzi neanche per un secondo, quando invece per numi tutelari come Desaster e Deströyer 666 si tratta di occasionalità, per quanto notevoli. Questa sensibilità non scontata, che deve molto all’heavy/speed metal, si unisce alla capacità di strutturare pezzi di una certa lunghezza. Anche questa abilità architettonica non va data per scontata, è molto facile che in questi territori musicali la durata sia direttamente proporzionale alla noia, ma fortunatamente non è questo il caso. Non è semplice imprimere un marchio personale al proprio lavoro in un ambito così affollato, eppure la band dà segnali più che incoraggianti.