SIMON BALESTRAZZI, Asymmetric Warfare [+ full album stream]
La guerra asimmetrica è un conflitto non dichiarato, con notevole disparità di risorse militari o finanziarie e nello status dei due contendenti. Il contendente militarmente ed economicamente più forte deve difendersi da un avversario difficilmente individuabile, trovandosi in situazione di svantaggio.
(fonte)
L’arte della guerra consiste nello sconfiggere il nemico senza doverlo affrontare.
(Sun Tzu, “L’arte della guerra”)
Trovarsi a pubblicare la recensione (e lo streaming) di un disco come Asymmetric Warfare in questi giorni è una non-coincidenza, che ancora una volta dà l’idea dell’attenzione di Balestrazzi per temi culturali, politici e sociali. Se devo associare nomi, aggettivi e immagini al concetto di “guerra asimmetrica”, penso a tensione, sporcizia, imperfezione, ansia, cemento. Non è tanto il momento dello scontro a fuoco e del sangue che riesco a raffigurare, ma le fasi precedenti e successive, vissute in uno stato d’allerta continuo in questa sorta di precarietà esistenziale, che caratterizza logicamente le minoranze armate, ma che – lo scrivo influenzato da film come “The Hurt Locker” della Bigelow – segna anche il modus operandi degli eserciti veri e propri. Simon Balestrazzi si piazza qui, al confine tra attacco e preparazione dell’attacco, e monta la propria attrezzatura: si tratta di strumenti che lui conosce a menadito e con i quali l’ascoltatore stesso ha molta familiarità, ma che grazie al concept di fondo trovano nuova efficiacia. Si comincia con “Moving Targets”, quasi un brano da colonna sonora, col suono basso ed esteso di quello che sembra un violoncello (ma non lo è) che crea il buio intorno e con disturbi più acuti e campionamenti di comunicazioni radio che ci calano all’interno di un pattugliamento. “Improvised Explosive Devices” è un pezzo in cui i field recordings vengono manipolati per dare l’idea di quanto dice il titolo. I suoni si accavallano confusi e veloci, vengono interrotti da grida e in due minuti tutto finisce: forse chi stava costruendo la bomba era braccato e lo hanno ammazzato prima che ce la facesse. Di “Scorched Earth” è notevole almeno la prima, allarmante metà, mentre “Armed Truce”, fedele al proprio titolo anche in questo caso, è giocata tutta sulla suspense.
Asymmetric Warfare esce per la nuova etichetta fondata da Balestrazzi stesso, Azoth, che inizia il suo viaggio nel modo migliore, non solo con un disco valido, ma anche – cosa nient’affatto scontata – drammaticamente attuale. Buona fortuna.