SIJ, Vale Of Forgotten Sounds
Prima di un mese fa non conoscevo l’artista ucraino Vladislav Sikach, né tanto meno il suo progetto SiJ. Devo ammettere che sono rimasto estremamente sorpreso e soddisfatto dall’ascolto di questo Vale Of Forgotten Sounds, per la delicatezza dei suoni e per l’intreccio vellutato e l’equilibrio tra field-recordings minimali e decadenti melodie sintetiche (“Serenity”). Nella sua interezza, l’album è comunque paragonabile a un graduale calarsi in un tenebroso e profondo abisso: sulla sommità s’intravede una flebile luminosità celestiale, ma tutto è circondato da murature lacrimanti, costruite su geometrie epiche e spettrali (“Path Through The Swamp”). I riverberi di campane che scandiscono questa discesa nell’ipogeo finiscono per nascondere sacre sepolture e sigillano in eterno la catacomba sotto possenti fondamenta di una cattedrale gotica (“Le Temps Des Cathedrales”). È quel che si direbbe il tipico ascolto da divano, rilassante fino al midollo osseo, la perfetta mediazione tra cielo e terra. Sì, in definitiva è dark ambient, magari più orientato verso quel filone introspettivo e isolazionista.
Vale Of Forgotten Sounds, che uscì nel 2013 per l’Ancient Language, è stato allungato da Reverse Alignment con due tracce bonus, che così ha “ripristinato” l’edizione originale autoprodotta e limitata a 12 copie.