SIJ & TEXTERE ORIS, Reflections Under The Sky
Di SiJ (Ucraina) già abbiamo parlato, mentre il russo Textere Oris è praticamente all’esordio. Reflections Under The Sky esce per Cryo Chamber, ma non è un disco dark ambient e non è così legato all’industrial come uno potrebbe pensare. La fusione tra i due progetti, che utilizzano field recordings e una varietà di strumenti e di tecniche (digitali come analogiche), si trova da qualche parte tra l’organicità del catalogo della 12k, le brume di certo Loscil e di certo Irisarri e i consueti abissi di tristezza di tanto Cold Meat Industry sound. Il paesaggio sotto i cieli ucraini e russi, del resto, non deve poi trasmettere sensazioni così diverse da quello svedese, inoltre certe condizioni climatiche (e dunque certi stati d’animo) non devono essere nemmeno tanto distinguibili da quelle delle parti più settentrionali del continente americano. Le registrazioni della pioggia accompagnano praticamente sempre l’ascolto e non passa molto tempo prima che qualcuno senta l’umido dentro le ossa… Questi e altri suoni concreti, molto avvolgenti, si fondono con sample sgranati e soprattutto con varie linee di synth semplici e malinconiche, spesso deformate, sconfortanti (c’è anche qualche reminiscenza di “Twin Peaks”, secondo me), lamenti di voce femminile tra il “gotico” e il canto delle sirene, infine, in alcuni attimi, pulsazioni di basso e qualche tocco sporadico di chitarra acustica e piano a impreziosire l’insieme.
Bravi e intelligenti artigiani, questo è fuori di dubbio. Avrei solo tolto i cinguettii continui, dopo mille anni siamo un po’ stufi, no?