SIGILLUM S, The Irresistible Art Of Space Colonization And Its Mutation Implications
I Sigillum S pubblicano un nuovo album che ha per tema la colonizzazione dello Spazio e le possibilità che offre, un soggetto che trattano con la solita perizia nel lavorare la materia sonora, una maestria che ormai raggiunge lo stato dell’arte e che ha imposto negli anni il progetto di Bernocchi e Bandera come un vero e proprio punto di riferimento. Sarebbe facile, pertanto, concentrarsi sulla capacità dei musicisti coinvolti di accompagnare l’ascoltatore lungo un percorso fatto di rimandi al concept prescelto e di immagini per suoni, al cui interno l’idea stessa di mutazione, interferenza, deviazione dai dogmi e dai canoni prestabiliti assume il ruolo di attore principale e non certo di incidente di percorso. In realtà, il vero viaggio nell’ignoto è rappresentato dall’inserimento di Bruno Dorella in un sodalizio ormai consolidato, di cui quest’ultimo altera le trame aggiungendo, con una naturalezza sorprendente, la sua firma all’interno di una formula che ne esce implementata ma non certo appesantita. Risultato non facile, visto che si parla di nomi dotati di una personalità ben radicata e definita, non di debuttanti ancora in fase di maturazione, eppure i tre si sono rimessi in gioco e hanno gestito i nuovi equilibri senza mostrare alcun tentennamento, il tutto suona morbido e gli incastri non appaiono forzati. Piuttosto si avverte il senso di fusione e completamento reciproco, la voglia di esplorare e di scoprire dove questa nuova sinergia potrà condurre, quali “nuove frontiere” aprirà. Ecco, forse il vero tema dell’esplorazione presente nel disco è proprio quello di tre musicisti di questo calibro e con una lunga storia personale che si incontrano e decidono di intraprendere un percorso insieme, con la curiosità di un adolescente e senza la rigidità di altri tentativi di fusione simili. Mission accomplished.