SICKRITES, Irreverent Death Megaliths

Sickrites

È da un po’ di anni ormai che i Sickrites hanno cominciato a riversare veleno nel nostro cervello e sempre con musica di qualità top, almeno per certi giri metal: suoni luridi e mortiferi e atmosfere lugubri.

Questa death metal band russa ha costruito e consolidato la propria fama con uscite notevoli come l’esordio, l’ep Praise The Dawn Of Desecration (2010), e i due split assassini del 2012: quello con i canadesi Nuclearhammer (Abomination To The Lord) e quello con un’altra band russa da paura, gli Ill Omened (imparentati con gli Pseudogod, roba da Nuclear War Now! Festival…). Alla fine è venuto il momento di coronare quest’inizio di – mi auguro lunga – carriera con un primo lp. L’album si chiama Irreverent Death Megaliths ed è uscito a fine settembre per i tipi dell’ottima etichetta underground francese Cryptic Vision Arts. Irreverent Death Megaliths vi immergerà in un mondo buio e maligno per oltre 47 minuti. Poi c’è da aggiungere che un “full-length” è forse la dimensione adeguata per la band in questione, che così può esprimere tutta la sua abilità tecnica e il suo stile creativo. L’oscurità, del resto, ha molte sfumature.

I Sickrites sono Morkh alla voce (d’oltretomba), A. alle chitarre, H. al basso (e tastiere più effetti elettronici) e Kim alla batteria. Questi ragazzi, che, vista l’estensione del loro Paese, vivono ad alcuni giorni di viaggio l’uno dall’altro, suonano un metal sepolcrale, old school e abbastanza ortodosso. Si parla di un death metal grezzo, spesso lento, altre volte marziale, che non disdegna incursioni infernali e selvagge nel black metal. Il nucleo dello stile dei Sickrites è un mostro ibrido che richiama e riunisce in sé elementi, ad esempio, di Incantation, primi Morbid Angel, Winter, Prophecy Of Doom, Bathory, Morbosidad, Bathory, Celtic Frost e simili.

Oltre ai riferimenti e all’aderenza ai mostri sacri, i Sickrites riescono a sorprendere con la loro personalità. Abilità tecnica e scrittura ispirata permettono la composizione di brani molto ricchi e ammaliatori, che – con l’ascolto ripetuto – rivelano molte sfaccettature. I pezzi risultano oppressivi come macigni sia quando sono dominati da un ritmo soffocante, cadenzato e lento, doom, sia quando sono condotti da ritmi serrati o marziali che mozzano il fiato. È la suggestione dell’oppressione senza sollievo. I ritmi in mid-tempo prevalgono, ma – se è la lentezza del doom a comandare in quel momento – non passerà troppo tempo prima che il quartetto vi riporti tra le fiamme con riff frantuma-ossa e blast-beats furiosi. Può anche succedere l’opposto, con attacchi in puro stile “war metal”, à la Blasphemy, che subiscono metamorfosi macabre in melodie funeree e dolenti, basta sentire la traccia di apertura, la possente “Pillars Of The Fallen Light”.

I Sickrites sono capaci di inserire anche molti altri tasselli, in modo calibrato, come fossero spezie da dosare con cura. In questo album si viene spesso catturati da un flusso di groove che deriva dall’adozione occasionale di ritornelli quasi swing a base di black metal in stile Darkthrone. E probabilmente ogni tanto si possono cogliere rapidi accenni a riff heavy metal tipo Venom. Si viene ammaliati anche da soluzioni stilistiche bizzarre (in “Necrogenesis Voids”, per esempio), pattern di batteria complessi (“The Temple”) e persino da alcuni riff epici, narrativi, quasi prog (“Moloch Ascending”).

I Sickrites amano anche passaggi rapidi e malsani per un’ambience industrial oppure nel terrore cosmico, attraverso il ricorso a sonorità elettroniche glaciali o postmoderne (nella parte iniziale di “Dwellers Of Fleshtombs”), o ancora evocando atmosfere  – eteree e terrorizzanti allo stesso tempo – da black metal psichedelico, che richiamano lontanamente i “vicini” finlandesi Oranssi Pazuzu. A tal proposito è da ascoltare la traccia di chiusura, molto “spaziale”, “Procession To Belial”. Nel brano “The Rite”, invece la band ricorda la sua origine nordica e “dipinge” atmosfere glaciali tramite un canto rituale e funebre che riecheggia nel vento come in una ballad dark folk. Impossibile non pensare a Wardruna! Tutti questi ingredienti e dettagli sono combinati sapientemente con la base solida dello stile dei Sickrites, un black-death metal malefico, tossico, incandescente e occulto allo stesso tempo, capace di trascinare la mente in un’oscurità misteriosa.

Lo stile di canto di Morkh, che è anche un eccellente grafico in ambito black-death metal (si può vedere buona parte della sua collezione qui), è fondamentale per impartire quel senso di solennità arcaica che caratterizza il death metal dei Sickrites. Il suo ringhio è per lo più profondo, basso e molto minaccioso, più sepolcrale che bestiale. Il suo stile, che apprezzo molto, si può paragonare a quello di varie formazioni di death metal occulto, come Wrathprayer, Void Meditation Cult, Father Befouled, Encoffination e simili.

Insomma, Irreverent Death Megaliths è maestoso ed affascinante. È uno di quegli album che non lasciano in fretta il giradischi, perché è morbosamente attraente e dà dipendenza, come un libro antico pieno di favole maligne e formule magiche pericolose… Si parla di “giradischi”: Irreverent Death Megaliths è disponibile in varie versioni, dall’elegante e sobrio vinile nero tradizionale a quello bianco trasparente, oppure in versione “picture disc”, con una decorazione che riprende quella rosso sangue, piena di bestie uscite da qualche inferno di Bosch, della copertina, tutto a opera del bassista H.. La versione cd, invece, è prevista per la fine dell’anno, sempre su Cryptic Visions Arts.

Nel frattempo la band è in frenetica attività per completare brani che faranno parte di almeno due split in programma e poi di un secondo album. Per ora so solo che uno split è nientemeno che con i satanassi greci Wargoat, parenti stretti dei mostri Embrace Of Thorns (altra bestia da Nuclear War Now! Productions). Intanto, però, godiamoci le atmosfere cupe e labirintiche di Irreverent Death Megaliths.

Una bella band, i Sickrites, ed il loro nuovo album è uno di quelli da avere ed ascoltare, per avere paura, d’inverno…

Tracklist

01. Pillars Of the Fallen Light
02. Necrogenesis Void
03. Dweller Of The Fleshtombs
04. Deathstorms
05. The Temple
06. New World Hosanna
07. Moloch Ascending
08. The Rite
09. Darkness Tremendous
10. Procession To Belial