SICADIS, Blood Of A Thousand Hearts
Album d’esordio autoprodotto per questi Sicadis dal Kansas. Mi verrebbe da scrivere che non hanno badato a spese: stampa del cd, registrazione pompatissima, agenzia promozionale… oggi non è l’altro ieri e questi non sono più costi insormontabili, certo, però addirittura l’agenzia… Vista la forte fiducia in loro stessi, veniamo alla musica: bravi strumentisti, sanno scrivere canzoni, probabilmente sono anche simpatici ragazzi, ma l’insieme di quello che viene fuori non è certo il massimo dell’organicità e, approfondendo ancora, il mio naso fatalmente comincia a storcersi sempre più. Parlerei di “thrash moderno” se dovessi spiegarlo a chi è di fretta, ma nel calderone sono state buttate svariate modernità. C’è del metalcore di qualità non eccelsa, c’è del death melodico in chiave Dark Tranquillity non troppo ispirati, il thrash che si può ritrovare ricorda quello suonato dagli hardcorer fulminati sulla via di Damasco (o Los Angeles): un po’ Morning Again, insomma, ma peggio. La voce segue questi istrionismi, dal metalcore, appunto, al growl in stile Chuck Billy dei Testament quando ha deciso di cantare death, al nu-melodico (no, non Gianni Celeste purtroppo, intendo la voce pulita del nu-metal). Tanti ingredienti mescolati non troppo sapientemente né sapidamente, forse sono troppo vecchio per tutta questa modernità in tutte queste salse, e il mio naso a questo punto si è quasi troncato. Voto: non mi è piaciuto neanche un po’.