SHORT FUSE, Sink Or Swim
I romani Short Fuse si sono formati nel 2014 e con Sink Or Swim propongono un concentrato di hardcore dai riflessi metallici mai troppo accentuati, ricco di groove, stop and go, breakdown e tutto ciò che serva a creare anthem potenti e ricchi di energia, capaci di incendiare il pit con accelerazioni e rallentamenti, melodie accattivanti e riffing dotato della giusta cattiveria. Non di rado, a fianco del classico pantheon inevitabile quando si parla di simili sonorità, sembrano chiamare in campo nel proprio background anche ingredienti più intriganti con rimandi agli States e pure all’Europa del Nord, tra Revelation e Desperate Fight Records, con 108 e primi Refused/Abhinanda che si affacciano qua e là lungo le tracce, il tutto senza dimenticare una continuità con nomi di spicco di apertura millennio, in particolare Champion, Bane, Comeback Kid e -per guardare a casa nostra- To Kill. Così, fra tradizione e ricerca di una propria personalità che aggiunga quel quid in più necessario per rendere il tutto attuale e non mera rivisitazione, Sink Or Swim presenta una manciata di brani convincenti e capaci di entrare in mente sin dal primo ascolto in cui l’equilibrio tra radici e vie di fuga possibili offre all’ascoltatore la giusta varietà per arrivare a fine corsa senza alcuna stanchezza. Proprio, queste minime deviazioni dalla strada scelta e l’inserimento di piccole quanto costanti “distrazioni”, si pensi ad esempio allo stacco centrale di “Borders And Flags” o all’apertura della successiva “Opportunism”, tanto per fare un paio di esempi, fanno pendere la bilancia a favore degli Short Fuse e ci permettono di segnalarli tra i nomi da tenere d’occhio per chiunque ami l’hardcore e le sue varie declinazioni. Come al solito, neanche a sottolinearlo, la prova del nove sarà l’assistere a un loro live e dunque testare l’impatto dei brani una volta riversati dal palco sull’audience, del resto le potenzialità ci sono e gli indizi fanno ben sperare…