SHIT AND SHINE, Le Grand Larance Prix
Dopo un breve momento di disintossicazione da studio – è dal 2009, con 229 2299: Girls Against Shit e il mini Bass Puppy (2010) che il combo anglostatunitense non pubblica dischi, a parte una manciata di live – ecco che nel 2012 i re della merda splendente se ne tornano fuori con due lavori nuovi di zecca, usciti più o meno nello stesso periodo come al solito in edizioni limitate e bislacche. Stampato prima in triplo vinile per Rock Is Hell e poi in cd (ma ci sono solo 250 copie) da Riot Season, Le Grand Larance Prix, album gemello di Jream Baby Jream (nel quale già era evidente uno spostamento verso territori più sintetici) prosegue lungo un processo di robotizzazione che fagocita sempre più la parte umana. Qui, infatti, lo scarto è ancora più marcato: i tempi del terrorismo organico di Ladybird o Jealous Of Shit And Shine sono sempre più lontani e se da un lato i suoni si fanno decisamente meno aggressivi, la componente ipnotica della musica degli Shit And Shine gode sempre di ottima salute. In sei lunghi brani dai titoli buffi che ormai non sorprendono più, per un totale di quasi un’ora e mezza di musica, il disco si abbevera tanto alle fonti del krautrock più minimale (“Switching 2 Nite Mode”, coi suoi synth drogati da liquid sky) quanto a quelle della no wave/synth punk di gente tipo Suicide e Ike Yard, come nell’eccellente “Flirtations At A Cocktail Party”, delirio di motori, cupezze ed echi industriali che sfiorano anche le atmosfere di gente come Nazi UFO Commander e Haus Arafna. Se talvolta la noia ha il sopravvento, come nel caso della pallosa marcetta demente “Frankies Theme” o dei loop screziati di grugniti di “How To Rattle A White Tailed Buck”, ci sono momenti in cui, ancora una volta, la formula riesce a sorprendere: è il caso di “Frenchys Automotive”, deliziosa disco funkeggiante che rievoca sole, mare e doposbronza di Bacardi, o della conclusiva “Klipp”, in cui Neu! e Silver Apples si prendono a sportellate sulla pista da corsa. Altro giro, altro regalo.