SHIT AND SHINE, Everybody’s A Fuckin Expert
Questa volta i garbagisti (mi si perdoni il neologismo, ma quando si parla degli Shit And Shine a me viene sempre in mente il pattume) con un piede in Texas e due a Londra fanno le cose in grande ed escono per la prestigiosa Editions Mego, un’etichetta che non ha certo paura di sondare gli angoli più oscuri e bizzarri dello spettro musicale. A pochi mesi dall’uscita del krauto spaziale 54 Synth-Brass, 38 Metal guitar, 65 Cathedral su Rocket Recordings, ecco tornare in pista la band-collettivo di Craig Clouse, con un lavoro che continua a rovistare nei cassonetti di tutto ciò che di sonoro ha da offrire il mondo e proporlo orgogliosamente all’ascoltatore, come quando il gatto si presenta al padrone con un uccellino agonizzante tra le fauci. Chi conosce gli Shit And Shine sa già che quando si trova davanti a un loro disco deve mettere nella credenza l’idea di genere musicale e prendere quello che gli viene offerto così com’è, con curiosità, come se si trovasse davanti a un puzzle coi pezzi sbagliati. Frankenstein-music, mutant-chronicles-disco, no-e-poi-no-wave: parafrasando il titolo del disco, ognuno di noi è un fottuto esperto nel tirar fuori definizioni che questi qua son pronti a sbeffeggiare a suon di pernacchie. A proposito di generi, da un po’ di tempo a questa parte nei dischi degli Shit And Shine il (noise) rock dei primi lavori ha lasciato progressivamente spazio a qualcos’altro; se dovessi tirare fuori un nome grosso, allora mi giocherei quello dei This Heat del disco giallo e blu e se me ne venisse chiesto un altro, punterei sui Neu!, ben consapevole del fatto di meritarmi un bel vaffanculo perché faccio esattamente il gioco dell’Everybody’s A Fuckin Expert. Questo disco è un mostro bipolare, certo, ma in senso positivo: la macedonia di spazzatura, più elettronica e disco che mai, funziona persino meglio che negli ultimi, altalenanti lavori della band londinese. Qua ognuno troverà pane per i suoi denti, dalla doppietta in odore di hip hop old school/breakdance di “Chop The Night” e “Working on My Fitness” alla drum and bass robotica di “Ass”, il tutto rigorosamente mandato a puttane con vocine da Alvin and the Chipmunks, loop di lavatrici, inserti dub e tentativi di ipnosi. Più cani volanti per tutti, insomma.