SHE’S ANALOG, What I Bring, What I Leave
She’s Analog è un trio di musicisti – Stefano Calderano alla chitarra, Luca Sguera dietro piano Rhodes e Prophet, Giovanni Iacovella alla batteria – variamente dislocati lungo lo stivale e a cui piace praticare quei terreni musicali impervi che (per pigrizia intellettuale) amiamo raccogliere all’interno della denominazione di “jazz contemporaneo”, macrocosmo che racchiude in sé linguaggi e grammatiche molto differenti fra loro e spesso distanti dalla originaria matrice afroamericana.
Quindi non aspettiamoci da questo primogenito What I Bring, What I Leave solo blue notes e ritmi sincopati, anzi: mettiamoli decisamente da parte in favore di riff assassini, digressioni math e notevoli spunti melodici, declinati con una leggerezza che rende il tutto estremamente piacevole, non pretenzioso, lontano da ogni forma di onanismo jazzofilo. La batteria scoppiettante di Giovanni (tutta schiocchi, sibili e singulti, quanto di più free form capiti di sentire in giro), i circuiti sempre roventi di Luca e le solide strutture armoniche di Stefano si intersecano in forme per nulla astruse, in composizioni mai fredde e distaccate ma profondamente umane, che lasciano trasparire emozione e coinvolgimento in ogni passaggio. Per il futuro li vedrei bene diluire maggiormente i loro brani, essere cioè meno densi e sintetici, impegnandosi magari in esecuzioni-fiume à la The Necks, tanto per scomodare dei capisaldi della libertà espressiva. Per ora le premesse ci sono tutte.