Shelley Parker, Daniele Mana, Hatis Noit, Sugai Ken e altri a Ombre Lunghe (BO)
Riceviamo e pubblichiamo. Qui l’evento su Facebook. Qui i biglietti.
Ombre Lunghe ha aperto l’edizione del 2019 con due preview ospitate dal Teatro del Baraccano (rispettivamente l’artista statunitense e fondatore dell’etichetta di culto Orange Milk Seth Graham e il producer greco Jay Glass Dubs il 9 giugno; e l’artista visivo e polistrumentista americano Eli Keszler il 4 settembre), e proseguirà con il corpo centrale del festival dal 17 al 19 ottobre.
Tema di questa quarta edizione è l’invisibilità, archetipo mitico che percorre alla stessa velocità il tempo e lo spazio umani. In “Motif-Index of Folk-Literature” Thompson classifica gli elementi ricorrenti nella letteratura popolare elencando una lista di 28 oggetti in grado di conferire invisibilità: una pietra, un fiore, una corona di serpente, un seme di felce. Nella mitologia greca troviamo l’elmo di Ade (Kunée), il copricapo magico in grado di donare invisibilità al suo indossatore, donato a Perseo da Ermes e Atena per sconfiggere la mostruosa Medusa. E l’invisibilità è anche l’elemento cardine dei racconti Faroesi, che narrano del popolo Huldufólk nascosto all’interno delle rocce di lava e destinato a rimanere occultato agli occhi dell’uomo, ma capace al contempo di offrire occasionale supporto, evitando così l’estinzione umana.
La portata simbolica di questo incredibile strumento lo spinge a oscillare trasversalmente fra il piano immateriale e quello materiale. È una necessità umana. Un’ambizione verso cui tendere. In ambito scientifico, gli studi accademici dell’Institute of Optics dell’Univeristà di Rochester – primo programma accademico della nazione sull’ottica di trasformazione – provano a sovvertire le regole della natura alterando la traiettoria dei raggi luminosi. Invisibility è un tema molto caro all’universo sonico di Ombre Lunghe, è il medium per liberarsi dalle insicurezze connesse al mondo performativo, ma anche un modo di interrogarsi sulla nostra libertà di azione, sempre di più ridotta e ridimensionata dalla conformazione del nostro presente.
La tre giorni di festival prenderà forma dal 17 al 19 ottobre a cavallo fra i due teatri di via San Vitale, Atelier Sì e San Leonardo. Giovedì 17 ottobre presso il Teatro San Leonardo aprirà il festival il biologo molecolare, compositore e musicista con formazione da flautista classico Donato Epiro, co-fondatore inoltre dell’etichetta Canti Magnetici, curatore della serie discografica Grandangolo per l’etichetta Soave Records, e membro del duo cult Cannibal Movie. Lo seguirà sul palco il compositore giapponese Sugai Ken, uno dei più impavidi ed enigmatici navigatori della Neo-japonica, filone che tocca parimenti la tradizione sonora del Sol Levante e il sound design contemporaneo.
Sempre al San Leonardo, ma la sera successiva, troveremo sul palco Martina Lussi, artista multidisciplinare proveniente dalla promettente scena sperimentale di Lucerna che gravita attorno a Präsens Editionen, e che porterà un live che intreccia musica concreta e sound art. Di nuovo dal giappone anche il secondo live della seconda serata. La performer Hatis Noit (letteralmente “stelo del fiore di loto”) percorrerà i secoli e le civiltà con la sua voce, proponendo uno spettacolo di stratificazioni vocali costruite su un ampio ventaglio di elementi: dal canto gregoriano alle meditazioni buddhiste, passando per classica orientale, lirica occidentale, primitivismo e avant-pop.
La giornata conclusiva del festival sarà ospitata da Atelier Sì con tre live act e un B2B finale a chiudere il festival. Ad aprire le danze ci sarà il producer trevigiano Holy Similaun di fresca uscita per OOH-Sounds; a seguire il pluriacclamato Daniele Mana, appena pubblicato da Hyperdub che, smessi i panni di Vaghe Stelle, ha dato vita a un nuovo percorso fra melodie, arpeggi e progressioni notevolmente elaborate, fino a creare un sound design d’avanguardia capace di arginare e canalizzare un flusso onirico dai confini indistinti. Terzo e ultimo live è quello di Shelley Parker, sound artist affascinata dalle qualità scultoree dei field recordings; dj e producer il cui legame con la club music nasce quasi venti anni fa nelle vesti di promoter e di fotografa della scena underground londinese per conto di i-D e The Face. A concludere i boss di due delle più eclettiche etichette di elettronica francesi (Brothers From Different Mothers e Antinote) si alterneranno sui deck di Ombre Lunghe a colpi di leftfield, house e techno da una parte; proto-house, acid e electro dall’altra per un finale mirabolante.
Giovedì 17 ottobre
Teatro San Leonardo
Via San Vitale, 63
Bologna
ore 20:30
Donato Epiro
(IT – Canti Magnetici)
SUGAI KEN
(JP – YEREVAN TAPES)
Venerdì 18 ottobre
Teatro San Leonardo
Via San Vitale, 63
Bologna
ore 20:30
Martina Lussi
(CH – Latency)
Hatis Noit
(JP – Erased Tapes)
Sabato 19 ottobre
Ateliersì
Via San Vitale, 69
Bologna
ore 22:30
Holy Similaun
(IT – OOH-sounds)
Mana
(IT – Hyperdub Records)
Shelley Parker
(UK – Hessle Audio)
Judaah
(FR – Brothers From Different
Mothers)
Zaltan
(FR – Antinote)